video suggerito
video suggerito

Referendum autonomia, un giro tra i milanesi: “Si vota per dividere il nord dal sud”

Domenica 22 ottobre si vota per il Referendum per l’autonomia della Lombardia. Un giro tra i milanesi rivela che non sempre i cittadini sono informati né sulla data della consultazione, né sui motivi per cui si voterà.
A cura di Francesco Loiacono
128 CONDIVISIONI
Video thumbnail
Immagine

Domenica 22 ottobre in Lombardia si vota per il Referendum per l'autonomia, una consultazione per chiedere il parere dei cittadini sulla possibilità di concedere più competenze e risorse alla regione nell'ambito di quanto previsto dalla Costituzione. Il referendum è consultivo e senza quorum (il risultato sarà valido qualsiasi sia il numero dei votanti, ma non sarà vincolante, come spiega bene qui Adriano Biondi). Il referendum per l'autonomia è stato approvato due anni fa dal Consiglio regionale della Lombardia, coi soli voti contrari del centrosinistra. Ma solo negli ultimi mesi sulla consultazione c'è stata una decisa accelerazione: si sono moltiplicati gli sforzi (economici e di comunicazione) della Regione guidata dal leghista Roberto Maroni per diffondere tra i lombardi la consapevolezza dell'importanza del voto di domenica.

Referendum: quanto ne sanno i milanesi?

Un giro tra i milanesi a pochi giorni dal voto rivela però che non sempre questi sforzi hanno prodotto risultati apprezzabili: c'è chi ignora completamente cosa accadrà domenica, mentre altri sanno che si vota, ma non sanno per cosa: "Si vota per dividere nord e sud", afferma una delle persone intervistate, forse influenzata dal voto in Catalogna. Un'altra sostiene: "Vogliono fare propaganda per le elezioni di Maroni (le Regionali)". Ma non mancano i sostenitori del governatore: "Dobbiamo votare per il sì, lo hanno detto tutti", dice una donna. Quando però le si chiede per cosa si voterà, cade dalle nuvole: "E cos'è l'autonomia?". C'è, naturalmente, anche chi è a conoscenza del voto e conosce anche i temi in ballo: come il residuo fiscale, anche se l'impatto della consultazione su una effettiva redistribuzione di questo residuo (la differenza tra quanto una Regione versa allo Stato come tasse e quanto le viene restituito) è a sua volta argomento di polemiche. Le persone realmente informate (e interessate) al referendum sembrano però essere la minoranza.

L'ultimo sondaggio: la maggior parte dei cittadini è indifferente o contraria

Le sensazioni catturate per strada a Milano, assolutamente non significative a livello statistico, sembrano però esprimere bene il sentiment più diffuso tra i lombardi nei confronti della consultazione di domenica. Lo conferma l'ultimo sondaggio sul referendum apparso sul sito ufficiale del governo (sondaggipoliticoelettorali.it), commissionato lo scorso 3 ottobre dal quotidiano "Il Giornale" alla società di ricerca Eumetra Monterosa. Al campione intervistato (800 persone rappresentative della popolazione italiana maggiorenne per età, area geografica e ampiezza del comune di residenza), è stato chiesto un giudizio sui referendum che si svolgeranno in Lombardia e Veneto. Solo il 27,8 per cento del campione ha risposto di vedere "con favore" il referendum e che andrà a votare. Il 12,2 per cento ha invece affermato che, pur guardando con favore al referendum, non parteciperà. Più consistente la truppa di chi è contrario o indifferente: il 28,3 per cento giudica negativamente la consultazione, mentre il 31,7 per cento (in assoluto la percentuale più elevata) resterà indifferente rispetto a ciò che accadrà domenica 22 ottobre.

128 CONDIVISIONI
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views