Reddito di cittadinanza in Lombardia: c’è il sì di Maroni. Ecco chi lo avrà
"Voglio introdurre in Lombardia la prima sperimentazione del reddito di cittadinanza, riservato ai cittadini residenti in Lombardia, in modo coerente con le finalità del Fondo sociale europeo". Con queste parole il governatore della Lombardia, Roberto Maroni, ha annunciato di voler fare della Regione la prima in Italia a sperimentare coerentemente uno dei cavalli di battaglia del Movimento 5 Stelle: il reddito di cittadinanza. Si tratta di un sussidio mensile minimo garantito a chi ha perso o non riesce a trovare un lavoro, di durata e importo variabile.
Reddito di cittadinanza in Lombardia: chi lo avrà
Nella versione lumbard del reddito di cittadinanza, Maroni ha parlato di 220 milioni di euro di risorse del Fondo sociale europeo da utilizzare probabilmente già da quest'anno. Non si sa ancora precisamente chi sarà beneficiario della misura: ai suoi assessori, infatti, il governatore ha spiegato di aver dato incarico "di definire un progetto nei prossimi giorni tenendo conto delle specificità territoriali. Voglio fare misure che tengano conto dei territori, non una misura unica che vale per tutti". Maroni ha comunque indicato nei "cittadini lombardi in difficoltà", come "anziani che non riescono ad arrivare a fine mese e chi non ha un lavoro", le persone che usufruiranno del reddito di cittadinanza. A chi gli faceva notare che il reddito di cittadinanza è un tema del M5S, Maroni ha replicato: "Per il M5S una bandiera, per noi sarà una cosa concreta. Loro chiacchierano, hanno anche qualche buona idea, noi passeremo dalle parole ai fatti: la Lombardia, prima in Italia sperimenterà il reddito di cittadinanza".
Il M5S: "Maroni si è svegliato dal letargo, pronti a discutere"
L'annuncio di Maroni ha colto un po' di sorpresa il Movimento 5 Stelle lombardo, che si è però detto "pronto" a discutere la proposta di reddito di cittadinanza annunciata dal governatore leghista, rivendicando di averla già da tempo proposta. "A due giorni dalla nostra mobilitazione nazionale, con la marcia Perugia-Assisi per il reddito di cittadinanza – dichiara il capogruppo Dario Violi in una nota -, Maroni si è svegliato dal letargo. Siamo pronti a discutere sin da ora: quando si tratta del benessere dei cittadini non ci fermiamo alle dichiarazioni di intenti o alle bandierine politiche e sollecitiamo anche le altre forze politiche a partecipare, il reddito di cittadinanza è una misura che non può più aspettare. Non perdiamo altro tempo". Violi ricorda che un progetto di legge dei 5 Stelle al Consiglio regionale della Lombardia è già stato depositato nel marzo 2014 e dunque, afferma, è "evidentemente più consistente di alcune dichiarazioni estemporanee. Al termine della sua nota il capogruppo ammonisce: "Attenzione, perché i mezzi di informazione di massa sono già al lavoro per cercare di togliere il merito della proposta al MoVimento 5 Stelle: la campagna elettorale è in pieno svolgimento".
Nel progetto dei Cinquestelle si parla di 300 milioni di risorse da stanziare per la misura, che consisterebbe in un sussidio mensile per massimo tre anni da erogare ai cittadini che hanno perso o non riescono a trovare un lavoro. A fronte del sussidio, il cittadino si metterebbe a disposizione della collettività per lavori socialmente utili nelle scuole, nei tribunali o in altri contesti. Inoltre, durante questo periodo, al cittadino che riceve il reddito verrebbero proposte dalla Regione delle offerte di lavoro che, se rifiutate, porterebbero alla perdita graduale del diritto al reddito minimo. Nella versione nazionale rilanciata in questi giorni dal leader del M5S Beppe Grillo, il reddito di cittadinanza, che sarebbe più un reddito minimo garantito, ammonterebbe a 780 euro mensili.
Il Pd si accoda: "Era nel nostro programma elettorale"
Il segretario regionale del Pd in Lombardia, Alessandro Alfieri, è pronto al confronto con Maroni sul tema: "Noi siamo pronti a discuterne da subito. L'introduzione del reddito di autonomia era nel nostro programma elettorale per la Regione, dunque ben venga il confronto. Attenzione, però – prosegue la nota – è un obiettivo importante e ambizioso, che richiede serietà e concretezza. Non bastano gli annunci né operazioni boomerang come quella sui ticket".
La Cisl: "Non è la priorità"
Una delle poche voci fuori dal coro di consensi è quella della Cisl Lombardia, per tramite il suo segretario generale Osvaldo Domaneschi afferma che il reddito di cittadinanza è sì un argomento che "meriterebbe altri approfondimenti", ma per ora "non può essere la priorità" in Lombardia. "I fondi sociali europei – spiega il sindacalista – devono servire per creare opportunità e occasioni di sviluppo e di lavoro per i giovani e se ci sono risorse disponibili, o individuabili, si pensi ai contratti di solidarietà, a chi sta perdendo il lavoro nelle piccole imprese, ai temi della sanità legati ai ticket e superticket. Si pensi – prosegue – a come costruire un'alternativa alla cassa in deroga. In Lombardia abbiamo ottenuto di frazionare i 5 mesi nell'arco dell'anno, ma la situazione rischia di diventare drammatica".
"Il governo – spiega Domaneschi – deve al più presto realizzare la riforma della cassa integrazione, estendendola anche alle medie e piccole imprese e puntando di più sui contratti di solidarietà". A suo avviso "la maggioranza dei lavoratori lombardi opera in aziende al di sotto dei 15 dipendenti che devono contribuire, anche tramite i fondi bilaterali, a pagare un nuovo ammortizzatore". Per questo "la Regione non deve limitarsi ad eseguire i decreti romani: abbiamo proposto di finanziare degli accordi di solidarietà volontari che impediscano i licenziamenti e ci aspettiamo più tempestività nei pagamenti delle indennità di cassa integrazione" dato che "solo nei prossimi giorni, infatti, cominceranno ad essere pagate le indennità di fine 2014".
Salvini: "Elemosina di Stato"
Sulla proposta del reddito di cittadinanza sembra però profilarsi un duello all'interno del Carroccio. Il segretario della Lega, Matteo Salvini, ha infatti detto che la proposta annunciata da Maroni sarebbe "un'elemosina di Stato". Salvini ha dunque stroncato l'iniziativa del governatore leghista della Lombardia, Roberto Maroni, affermando nel merito: "In linea di principio sono contrario a questo tipo di provvedimenti". Si attende di capire a questo punto se da Maroni arriverà una replica alle parole del giovane leader della Lega.