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Ragazzo di 16 anni arrestato per bullismo: calci, pugni e mani attorno al collo a un compagno di scuola

Un ragazzino di 16 anni è stato arrestato dai carabinieri nel Milanese e portato in una comunità. È accusato di atti persecutori nei confronti di almeno due compagni di scuola: da ottobre fino a qualche settimana fa li ha sottoposti a violenze fisiche e psicologiche, arrivando a prenderli a calci e a mettere loro le mani attorno al collo. Il preside dell’istituto, una scuola di Cusano Milanino, lo aveva sospeso e lo ha segnalato ai carabinieri.
A cura di Francesco Loiacono
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Calci, pugni e mani intorno al collo fino a togliere il respiro. Erano alcune delle violenze a cui un ragazzino di 16 anni sottoponeva i compagni di scuola, un istituto tecnico di Cusano Milanino, in provincia di Milano. Proprio il preside di questa scuola, dove già in passato si era verificato un caso di bullismo proprio ai danni del dirigente scolastico, venuto a conoscenza degli episodi ha sospeso il ragazzino e lo ha segnalato ai carabinieri. I militari dell'Arma di Sesto San Giovanni, dopo aver ascoltato i due ragazzini che, più degli altri, sono stati vittime delle violenze del bullo, si sono presentati in casa del sedicenne e lo hanno arrestato. Adesso il ragazzo si trova in una comunità nel Milanese.

Secondo quanto hanno accertato i carabinieri, le angherie del bullo sono andati avanti dallo scorso ottobre fino a qualche settimana fa. Il sedicenne sceglieva a caso il compagno di scuola da "bullizzare": lo aggrediva, lanciava i suoi oggetti dalla finestra, lo disturbava durante le lezioni lanciandogli contro oggetti e, nei casi più gravi, arrivava a mettergli le mani attorno al collo. Dopo l'ennesimo episodio il preside ha deciso di sospendere il bullo, che per tutta risposta si è ritirato da scuola. Quando i militari sono andati a prenderlo in casa, dalla madre hanno ricevuto in qualche modo la conferma dell'aggressività del figlio: la donna sperava però che la sospensione da scuola potesse servire a far migliorare la situazione e, per questo motivo, non aveva mai denunciato il figlio, che adesso dovrà rispondere di atti persecutori nei confronti di almeno due dei suoi compagni di scuola.

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