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Ragazzo arrestato con mezzo chilo d’hashish al Parco Sempione, il giudice lo grazia: “Non lo faccia più”

Un ragazzo di 22 anni, arrestato al Parco Sempione di Milano con mezzo chilo di hashish addosso, non andrà in carcere. Il giudice per le direttissime lo ha graziato, disponendo per lui solo l’obbligo di presentarsi all’autorità giudiziaria. A convincere il giudice la storia personale del 22enne, richiedente asilo proveniente da un Paese in guerra, e la sua fedina penale immacolata fino all’arresto.
A cura di Francesco Loiacono
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Un ragazzo di 22 anni, arrestato perché trovato in possesso di mezzo chilo di hashish, non andrà in carcere. Il giudice per le direttissime di Milano lo ha infatti graziato, ammonendolo però affinché non commetta lo stesso sbaglio una seconda volta. Anziché in una cella, il 22enne potrà aspettare il processo rimanendo a casa, anche se dovrà presentarsi tutti i giorni all'autorità giudiziaria. Il ragazzo, un richiedente asilo della Guinea Bissau, è stato arrestato lo scorso sabato al Parco Sempione di Milano. Gli agenti lo hanno fermato nei pressi del campo da basket, divenuto da tempo una vera e propria piazza di spaccio, come sa chiunque si sia fatto una passeggiata nei dintorni. I pusher solitamente nascondono il grosso delle dosi nei cespugli e circolano – a volte in bici – con pochi grammi di stupefacenti in tasca, in maniera da evitare troppi problemi nel caso in cui vengano fermati.

Il giudice ha deciso di concedergli una seconda possibilità

Il 22enne però è stato scoperto con mezzo chilo di hashish addosso: droga che il giovane ha detto che doveva consegnare a un'altra persona. Nel corso del processo per direttissima per la convalida dell'arresto, la pubblica accusa ha chiesto il carcere per il 22enne. Il suo avvocato difensore, però, ha fatto appello sulla vicenda personale del giovane e sulla sua fedina penale immacolata prima dell'arresto, riuscendo a fare breccia sul giudice. Il ragazzo, in fuga dalla guerra civile e sbarcato a Lampedusa mesi fa, ha vissuto in una struttura per migranti di Roma fino a quando non si è visto respingere la richiesta d'asilo. Ha presentato ricorso, ma nel frattempo è stato costretto ad abbandonare il centro d'accoglienza e si è trasferito a Milano, infoltendo quella schiera di disperati senza diritti, senza dimora e senza uno status giuridico definito, che spesso sono costretti a vivere di espedienti. Il giudice ha deciso così di concedergli una seconda possibilità.

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