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Covid 19

“Quarantena da 14 a 21, o meglio 28 giorni”: caos nelle direttive di Regione Lombardia ai medici

Chi si è ammalato di covid-19 prima di poter tornare al lavoro deve restare in isolamento per un periodo “da 14 a 21 o meglio 28 giorni”. È l’indicazione contenuta nella direttiva inviata dalla direzione Welfare di Regione Lombardia alle Ats, per chiarire ai medici come deve essere gestito il percorso di riammissione alla vita lavorativa delle persone che hanno contratto il coronavirus. Un’indicazione che non fa chiarezza sui tempi della quarantena e lascia i sanitari e i pazienti nell’incertezza. “Dopo settimane è ancora troppa la confusione”, denunciano i consiglieri regionali di opposizione Elisabetta Strada e Niccolò Carretta, “ai cittadini vanno date indicazioni chiare”.
A cura di Simone Gorla
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L'assessore Giulio Gallera (Foto LaPresse)
L'assessore Giulio Gallera (Foto LaPresse)
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Per le persone risultate positive al coronavirus è bene "valutare l'allungamento del tempo di osservazione durante il quale osservare l'assenza/presenza di sintomi, da 14 a 21 o meglio 28 giorni". È quanto si legge in un documento inviato dalla Direzione generale Welfare di Regione Lombardia alle Ats, che contiene le indicazioni per il percorso di riammissione alla vita lavorativa delle persone che hanno contratto il covid-19. Una questione di importanza cruciale in vista della "fase due" che la giunta regionale vorrebbe avviare dal 4 maggio.

Confusione nelle direttive ai medici per la quarantena: Aspettare da 14 giorni a 21, o meglio 28

Dopo mesi di incertezze è fondamentale che chi torna al lavoro sia realmente guarito, ma nella direttiva datata 15 aprile le disposizioni non sembrano fare chiarezza. Quanto bisogna aspettare per uscire dalla quarantena? Bisogna aspettare 14 giorni, oppure 21, o meglio 28? L'assessore regionale Giulio Gallera aveva annunciato un allungamento precauzionale del tempo di isolamento, che viene confermato nel documento della Dg Welfare. "Ciò al fine di attuare un comportamento prudenziale laddove non vi sia la possibilità di sottoporre tutti i soggetti in isolamento fiduciario all'esecuzione di test per la ricerca di Sars-CoV-2, e stante l'attuale indicazione di non utilizzo dei test sierologici per indicare un soggetto guarito e non più infettivo". Viene da chiedersi, se lo scopo è quello di invitare alla prudenza, perché non sia semplicemente indicato un tempo di 28 giorni. Dopo le precedenti esperienze sulle direttive, tra cui quella drammatica relativa alle Rsa che è al momento al vaglio degli inquirenti, forse sarebbe bene non lasciare spazio a fraintendimenti.

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Consiglieri Strada e Carretta: Ancora troppa confusione, è inaccettabile

La pensano così i consiglieri regionali di opposizione Elisabetta Strada e Niccolò Carretta (Lombardi Civici Europeisti), che hanno denunciato l'incongruenza."Troviamo assurdo che nelle nuove direttive inviate ai medici e alle strutture sanitarie di Regione Lombardia non ci siano indicazioni precise, puntuali e chiare. Cosa significa che se qualcuno avvertisse sintomi Covid sarà sottoposto ad un isolamento domiciliare per un periodo tra i 14, o meglio, i 28 giorni, come scritto nel documento? – si chiedono – È ancora troppa e inaccettabile la confusione della Giunta che, dopo settimane, sembra non aver ancora imparato nulla dalla gestione di questa emergenza. Ai cittadini vanno date indicazioni chiare e serie, certe mancanze non sono più tollerabili”.

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