Psicosi coronavirus, conservatorio di Como tiene a casa gli studenti senza il parere del ministero
L'allarme per i casi di coronavirus in Cina e, ora, anche in Italia, sta ingenerando una psicosi globale che rischia di alimentare pregiudizi e di ledere i diritti di alcune persone. Uno degli esempi più evidenti di quanto sta accadendo in questi giorni arriva da Como, dove il locale conservatorio (frequentato da diversi studenti di origine cinese), con un avviso sul proprio sito ha invitato gli studenti che sono stati recentemente in Cina a restare a casa per i 14 giorni successivi al loro rientro in Italia e di non frequentare la struttura: "Gentili studenti, a nome della direzione si comunica che per ragioni di profilassi, tutti gli studenti di ritorno da viaggi in Cina sono pregati dall'astenersi di frequentare il Conservatorio di Como per i 14 giorni successivi alla data di rientro", era il messaggio che campeggiava sulla homepage dell'istituto di formazione. Un messaggio che però, come ha potuto verificare Fanpage.it, è stato successivamente modificato e reso più generico.
Il Conservatorio difende la decisione: ma poi l'avviso è stato modificato
La decisione è stata presa in autonomia dal conservatorio, sulla base di un bollettino e dei consigli del Consolato cinese ma senza indicazioni precise da parte del ministero della Salute. Il vicedirettore del conservatorio Vittorio Zago, intervistato da Fanpage.it sui tanti aspetti critici di questa decisione arbitraria, ha spiegato: "Noi non abbiamo vietato di frequentare il conservatorio", ha detto Zago, che però ha ammesso che si è trattato di un "consiglio dato in autonomia". Il vicedirettore ha difeso la decisione del conservatorio, nonostante il rischio evidente che un provvedimento del genere possa alimentare la psicosi nei confronti di tutti i cittadini cinesi, anche quelli che abitano a migliaia di chilometri dalla zona di Wuhan, dove si è sviluppata l'epidemia, e di coloro che provengono da un viaggio in Cina, Paese dalla superficie sterminata. Nonostante i tentativi di difendere il provvedimento, portando a sostegno della presunta "bontà" della decisione anche scelte analoghe che sono state fatte anche da altre strutture (come l'Università Cattolica, che ha pubblicato un avviso analogo sul proprio sito), alla fine l'avviso sul sito del conservatorio di Como è stato modificato: dall'invito a non frequentare la struttura si è passati a un più generico invito a non frequentare luoghi affollati.
(Ha collaborato Simone Giancristofaro)