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Prostituzione, il Consiglio di zona 2 di Milano dice sì al distretto a luci rosse

Il Consiglio di zona 2 di Milano ha approvato una mozione che chiede di istituire dei distretti a luci rosse dove permettere a prostitute e lavoratori del sesso di esercitare la loro professione in maniera più sicura e controllata. Contraria Forza Italia, che dice: “Si rischiano ghetti”.
A cura di Francesco Loiacono
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Un distretto a luci rosse a Milano. Quella che fino a qualche tempo fa sembrava solo una proposta, di cui si era vociferato per seguire l'esempio del quartiere Eur a Roma – poi bloccato dal prefetto -, in una zona di Milano potrebbe diventare realtà. Precisamente nella zona 2, che comprende la stazione Centrale e si estende poi a nord est della città verso Greco, Turro, Precotto e Crescenzago. Il locale Consiglio di zona 2 ha infatti votato a favore della proposta presentata da Yuri Guaiana, consigliere del Gruppo Radicale – Federalista Europeo, per affrontare il fenomeno della prostituzione in città attraverso il sistema dello "zoning". Si tratta, come spiega lo stesso Guaiana, di "un metodo di governo di un fenomeno antico come il mondo che prende in considerazione le richieste di tutti i soggetti interessati, dai cittadini, che desiderano il rispetto del decoro e della quiete pubblica, alle lavoratrici e ai lavoratori del sesso, che hanno diritto a svolgere la loro attività in condizioni dignitose". In sostanza, la proposta prevede di individuare delle zone della città "off limits" per la prostituzione, e altre "aree informali" dove invece permettere a prostitute e lavoratori del sesso di esercitare la loro attività in maniera più controllata.

Sì al distretto a luci rosse nella zona 2 di Milano

Guaiana tempo fa aveva scritto una lettera in merito al sindaco di Milano Giuliano Pisapia, preoccupato per le conseguenze dell'arrivo di un consistente numero di lavoratori del sesso – circa 15mila tra prostitute e altri sex worker – per l'inizio di Expo. Il consigliere radicale aveva proposto anche allora la "zonizzazione" come soluzione per governare il problema. Adesso, dopo il sì nel Consiglio di zona 2, lo "zoning" potrebbe essere discusso anche a Palazzo Marino: è infatti pronta un'altra mozione, simile a quella approvata in zona 2, a firma del consigliere radicale Marco Cappato. Guaiana e i radicali portano a supporto della bontà della loro proposta l'esempio di Mestre, città veneta dove lo zoning "ha avuto successo portando anche a una riduzione del numero di persone che offrono servizi sessuali su strada".

Distretto a luci rosse, Forza Italia: "Rischio ghetti"

A favore della proposta hanno votato a favore 14 consiglieri appartenenti a vari gruppi politici: dal Pd al gruppo misto, da Sel al movimento di estrema destra Sovranità (con la capogruppo Roberta Capotosti, imputata e poi assolta per il saluto romano a Ramelli), dai Verdi ai Radicali. Contrari 8 consiglieri dell'opposizione – ma c'è n'è anche uno del Pd -, tra cui Silvia Sardone di Forza Italia, che dice: "La preoccupazione principale è che i luoghi scelti per gli eventuali quartieri a luci rosse siano come al solito quartieri periferici, già molto colpiti da insicurezza e degrado. Penalizzare ulteriormente le periferie (anche facendo crollare i prezzi delle case nel quartiere scelto) sarebbe una scelta assurda e ingiusta. Si rischiano veri e propri ghetti, con le prostitute e traffico di clienti sotto casa che di certo Pisapia e radical chic, nelle loro belle case del centro, non vedranno". Sardone poi cita la bocciatura del prefetto alla proposta lanciata a Roma per avanzare dubbi formali sulla decisione di poter istituire a Milano delle zone a luci rosse.

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