Promoter uccisa e decapitata: Marilena Rosa Re voleva indietro i soldi prestati
Marilena Rosa Re è stata barbaramente uccisa perché aveva chiesto indietro una somma di denaro che aveva prestato al suo assassino. È questo, secondo le indagini, il movente alla base del delitto della promoter di 58 anni, uccisa dal 65enne Vito Clericò, reo confesso. L'uomo e sua moglie, indagata per sequestro di persona, avevano ricevuto in prestito 90mila euro da Marilena. Soldi che non erano stati affidati alla coppia per sottrarli al Fisco, come hanno sempre ripetuto Clericò e la moglie agli inquirenti. Anzi, secondo quanto ricostruito dal pubblico ministero Rosaria Stagnaro, la 58enne di Castellanza (Varese) aveva chiesto indietro i soldi prestati perché voleva sanare la sua posizione con l'Agenzia delle Entrate: un'attività professionale della famiglia della donna era fallita, lasciando un contenzioso aperto con Equitalia. Clericò, però, aveva già speso il denaro che Marilena gli aveva prestato: per questo, lo scorso 30 luglio, il 65enne l'ha uccisa.
Marilena Rosa Re: dalla scomparsa al ritrovamento del corpo
Marilena Rosa Re era scomparsa dalla sua casa di Castellanza, nel Varesotto, lo scorso 30 luglio. Per mesi le indagini hanno battuto tutte le piste possibili: dall'allontanamento volontario all'omicidio. La svolta è arrivata l'11 settembre, quando Vito Clericò, un 65enne di Garbagnate Milanese amico della donna, è stato fermato con le accuse di omicidio e occultamento di cadavere. L'uomo ha prima negato di essere l'assassino di Marilena: poi ne ha fatto ritrovare parte del corpo in un orto di sua proprietà. Successivamente Clericò, intercettato con i suoi famigliari, ha rivelato anche il luogo in cui si trovavano i resti del cranio di Marilena, che è stata decapitata dopo il delitto. Clericò si trova adesso in carcere, mentre le indagini stanno cercando di chiarire la posizione e il ruolo della moglie nella vicenda.