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Professoressa sgozzata in casa: trovato un coltello nel beauty case del marito

Possibile svolta nelle indagini sulla morte di Gianna Del Gaudio, professoressa in pensione trovata sgozzata nella sua villetta di Seriate (Bergamo), lo scorso 26 agosto. I carabinieri hanno trovato nel beauty case del marito della donna, Antonio Tizzani, un coltello a serramanico di una decina di centimetri: potrebbe essere l’arma del delitto.
A cura di Francesco Loiacono
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Possibile svolta nelle indagini sulla morte di Gianna Del Gaudio, professoressa in pensione trovata sgozzata nella sua villetta di Seriate (Bergamo), lo scorso 26 agosto. I carabinieri hanno trovato nel beauty case del marito della donna, Antonio Tizzani, un coltello a serramanico lungo una decina di centimetri. Potrebbe trattarsi dell'arma del delitto, che non è mai stata trovata dal giorno dell'omicidio.

Il coltello, che secondo gli inquirenti è compatibile con l'unica, profonda ferita alla gola che è stata letale alla 63enne Del Gaudio, è stato trovato in casa di uno dei figli della coppia, che dalla sera del delitto sta ospitando il padre. Antonio Tizzani è finora l'unico indagato per l'omicidio di Gianna: si trova a piede libero, in quanto l'iscrizione nel registro degli indagati è sempre stata reputata, almeno finora, un atto dovuto a sua garanzia durante le indagini.

Il coltello inviato ai Ris: i risultati a metà ottobre

Adesso l'arma è stata inviata ai Ris di Parma, che avevano già condotto sopralluoghi nella villetta teatro del delitto per cercare tracce e prove che avvalorassero la versione raccontata agli inquirenti da Tizzani: l'uomo, ferroviere in pensione, ha sempre riferito di aver visto una persona incappucciata riversa sul corpo della moglie, che sarebbe poi fuggita. Un racconto che finora non ha trovato riscontri: né le telecamere di sicurezza né i vicini di casa hanno visto fuggire qualcuno. Anche la nuora di Tizzani, che nei giorni precedenti al delitto aveva inviato dei messaggi al marito raccontando di aver visto un uomo incappucciato suonare al campanello di casa più volte, ha poi ammesso agli inquirenti di essersi inventata la storia: aveva semplicemente paura di restare in casa da sola.

Entro metà ottobre sono attesi i risultati delle analisi dei Ris sui campioni di Dna e sangue prelevati nella villetta e sul coltello a serramanico sequestrati: potrebber essere decisivi per aiutare gli inquirenti a far luce su un caso che li tiene impegnati da ormai un mese, senza apparenti soluzioni.

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