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Professoressa sgozzata in casa a Seriate: al vaglio dei Ris la versione del marito

I Ris hanno effettuato un sopralluogo nella villetta di Seriate (Bergamo), dove venerdì notte è stata sgozzata la 63enne Gianna Del Gaudio, professoressa in pensione originaria di Avellino. Si cercano sangue e tracce biologiche per confermare il racconto del marito della vittima, al momento unico indagato per l’omicidio. L’uomo ha affermato di aver visto uno sconosciuto incappucciato fuggire dalla villetta.
A cura di Francesco Loiacono
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La donna uccisa a Seriate, Gianna Del Gaudio
La donna uccisa a Seriate, Gianna Del Gaudio

Proseguono le indagini sulla morte di Gianna Del Gaudio, 63enne professoressa in pensione originaria di Avellino trovata morta, sgozzata, nella sua villetta di Seriate, in provincia di Bergamo. L'unico indagato per l'omicidio resta al momento il marito della donna, Antonio Tizzani. È stato lui, lo scorso venerdì notte, a trovare la moglie riversa sul pavimento di casa, con la gola tagliata. Ed è lui che ha fornito agli inquirenti una delle piste su cui al momento si sta indagando: Tizzani ha raccontato di aver visto fuggire dalla villetta un uomo col volto coperto da un cappuccio.

Per trovare riscontri alla sua versione, che non convince del tutto gli inquirenti (anche se Tizzani resta indagato a piede libero) questa mattina nella villetta di Seriate sono arrivati i Ris, come riportato dal quotidiano "La Repubblica". Obiettivo degli uomini del Reparto investigazioni scientifiche è trovare tracce di sangue e altri elementi riconducibili alla presenza di un estraneo all'interno della villetta, nonché trovare l'arma del delitto, che ancora manca all'appello. Si tratterebbe di un grosso coltello, forse da cucina, con il quale l'assassino è stato in grado di infliggere un solo colpo mortale alla gola della vittima. Questa, difatti, sarebbe la dinamica dell'omicidio secondo i primi risultati dell'autopsia: ulteriori dettagli potranno però aiutare a capire se Gianna si sia riuscita a difendere, eventualmente graffiando o lasciando dei segni sul suo aggressore.

Intanto, il procuratore di Bergamo Walter Mapelli ha invitato i vicini di casa della vittima a fornire eventuali video di sorveglianza in loro possesso. Le immagini potrebbero aiutare a confermare il racconto del marito della professoressa in pensione, "di cui non possiamo dubitare fino a prova contraria", ha spiegato il magistrato. I coniugi avevano festeggiato 35 anni di matrimonio ed erano da poco tornati da un pellegrinaggio a San Giovanni Rotondo. Su Facebook, dai messaggi della vittima, traspariva tutto l'amore per il marito: sembra davvero poco plausibile che l'amato coniuge si sia trasformato nel suo aguzzino.

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