Processo Maugeri, un teste: “Formigoni aveva contanti che non passavano dai suoi conti”
Roberto Formigoni, ex presidente della Regione Lombardia e attuale senatore del Nuovo centrodestra, disponeva di denaro contante che non proveniva dai conti correnti direttamente riconducibili a lui. È quanto ha detto mercoledì Francesco Rota, funzionario della Banca Popolare di Sondrio, nel corso dell'udienza del processo sulla Fondazione Maugeri nel quale il "Celeste" è imputato insieme ad altre nove persone. Rota ha confermato in aula le dichiarazioni rese agli inquirenti durante le indagini, ed emerse già quasi due anni fa. Il funzionario aveva spiegato che Formigoni lo convocava nel suo ufficio, dandogli l’istruzione di effettuare bonifici alla sua fidanzata dell'epoca, Emanuela Talenti, raccomandandosi però di non farli transitare sul suo conto "affinché non vi fosse evidenza degli importi che trasferiva" in contanti.
Nel corso della stessa udienza è stata ascoltata in aula anche Anna Visintin, una dipendente della Regione Lombardia che ha lavorato nella segreteria di Formigoni dal 1995 al 2013. La testimone ha raccontato che il faccendiere Pierangelo Daccò – in carcere dal novembre 2011 per la vicenda del crac del San Raffaele – ritenuto dall’accusa il tramite per versare le tangenti ai vertici della sanità lombarda "incontrava Formigoni nel suo ufficio una volta al mese, e a volte anche più spesso". La dipendente ha poi detto di essere a conoscenza del fatto che "a volte Formigoni e Daccò andavano in vacanza insieme", mentre sul merito della persona ha detto: "È una bella persona, socievole e di classe".