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Processo Fabrizio Corona: il pubblico ministero chiede una condanna a 5 anni di carcere

Il pubblico ministero Alessandra Dolci ha chiesto cinque anni di reclusione per Fabrizio Corona, a processo a Milano per i 2,6 milioni di euro in contanti che gli sono stati sequestrati. La sentenza è prevista per il 12 giugno. L’ex re dei paparazzi nervoso in aula: è stato espulso e poi riammesso in tempo per ascoltare la requisitoria. Chiesti due anni e quattro mesi per la collaboratrice di Corona, Francesca Persi.
A cura di Francesco Loiacono
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Cinque anni di reclusione. Questa la condanna chiesta dal pubblico ministero Alessandra Dolci per Fabrizio Corona, imputato a Milano per frode fiscale, intestazione fittizia di beni e violazione delle norme patrimoniali relative al regime di prevenzione. Al centro dell'ultima grana giudiziaria per l'ex re dei paparazzi c'è il tesoretto da 2,6 milioni di euro tenuto nascosto in parte nel controsoffitto dell'abitazione della sua collaboratrice, Francesca Persi (coimputata al processo, per lei il pm Dolci ha chiesto una condanna a due anni e quattro mesi per intestazione fittizia di bene) e in parte in due cassette di sicurezza in Austria. Soldi che sono stati sequestrati dagli inquirenti e che, lo scorso 10 ottobre, hanno portato all'arresto di Corona e della Persi (quest'ultima poi scarcerata). Nel corso della sua requisitoria, durata oltre tre ore, il pm ha chiesto anche la confisca dei 2,6 milioni di euro sequestrati e il pagamento, da parte di Corona, di una multa di 14mila euro. Il pm ha suggerito anche di indagare Corona per appropriazione indebita.

I legali di Corona: "È tutta una montatura"

La difesa di Corona (oggi ha parlato l'avvocato Luca Sirotti, mentre l'altro legale, Ivano Chiesa, parlerà nella prossima udienza, prevista l'8 giugno, assieme all'avvocato della Persi) si è intrattenuta dopo la requisitoria con i cronisti: "È tutta una montatura, non hanno prove ma solo opinioni", ha detto l'avvocato Chiesa, sottolineando come la stessa pm abbia affermato di non conoscere la provenienza dei soldi trovati nel controsoffitto di Francesca Persi: "La mafia dov'è finita? La criminalità organizzata?", ha chiesto ironicamente Chiesa, riferendosi ai presunti legami di Corona con il mondo della criminalità.

Francesca Persi: "Io e Corona non abbiamo ammazzato nessuno"

Dopo la sentenza è arrivato anche il commento di Francesca Persi: "Fabrizio è un gran lavoratore e io e lui non abbiamo mai ammazzato nessuno, mentre c'è tanta gente che, a differenza nostra, i soldi li ha portati alle Cayman", ha detto la storica collaboratrice del fotografo, che in merito alle richieste di condanna ha affermato: "Sono rimasta molto sorpresa da richieste di pena così alte, ma credo nella giustizia e nella verità".

La sfilata di testimoni della difesa: "Fiume di soldi in nero"

Secondo quella che è stata da sempre la linea difensiva dei legali di Corona, i soldi sequestrati sono compensi in nero guadagnati dal fotografo grazie alla sua attività di testimonial di locali, negozi e discoteche. A corroborare questa tesi ci sono state le testimonianze di clienti, ex soci di Corona nonché le parole della sua attuale fidanzata, Silvia Provvedi, e della sua ex storica, Belen Rodriguez. Il teorema dei legali di Corona si conclude così: su questi compensi in nero l'ex re dei paparazzi avrebbe potuto ancora pagare le tasse, se gli fosse stato dato il tempo per farlo. A quantificare gli incassi stratosferici dell'ex agente dei vip era stato, nel corso della passate udienze, il fiscalista Andrea Perini: in nove mesi avrebbe guadagnato oltre 1 milione e 200mila euro in nero, pari a 135mila euro al mese. Lo stesso Corona ha confermato di essere una macchina da soldi. Nel corso di un'udienza aveva affermato, a proposito della sua relazione con Belen Rodriguez: "Io e lei eravamo come Bonnie e Clyde, tutto quello che toccavamo diventava oro". Successivamente però aveva precisato che Belen non aveva nulla a che fare con il "nero".

Corona espulso dall'aula dopo aver urlato e poi riammesso

Nel corso dell'udienza odierna, vista anche la sua importanza, Corona era apparso molto nervoso. Tanto che, dopo aver urlato "Vergogna, voglio giustizia" contro la dirigente della questura Liliana Ciman, l'ex re dei paparazzi era stato espulso dal presidente del collegio giudicante, Guido Salvini. Dopo le scuse della difesa di Corona, il fotografo era stato riammesso e ha potuto assistere alla requisitoria. Non è la prima volta comunque che Corona mostra segni di intemperanza durante il processo: era già accaduto che avesse urlato contro alcuni dei poliziotti che hanno condotto le indagini e anche in occasione della mancata testimonianza di Luigi Favoloso, l'imprenditore che è l'attuale compagno di Nina Moric (ex di Corona) e che secondo il fotografo sarebbe il responsabile della bomba carta che esplose sotto casa sua lo scorso Ferragosto (ma Favoloso ha negato, querelando Corona). Proprio dall'episodio della bomba carta, su cui le indagini sono ancora aperte, sono iniziate le nuove grane per Corona: intercettandolo gli inquirenti hanno scoperto il tesoretto nascosto dal fotografo. Adesso, per sapere come finirà (almeno in primo grado) la vicenda, si dovrà attendere il 12 giugno, quando è attesa la sentenza.

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