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Processo d’appello per il caso Maugeri: niente patteggiamento per Formigoni

Ha preso il via a Milano il processo d’appello per la vicenda dei fondi neri della Fondazione Maugeri, che vede tra gli imputati l’ex governatore della Lombardia Roberto Formigoni, condannato in primo grado a sei anni per corruzione. Altri due imputati, il faccendiere Pierangelo Daccò e l’ex assessore regionale Antonio Simone, hanno chiesto di patteggiare, d’accordo con la procura. La stessa richiesta è stata però respinta per Formigoni: troppo lieve la pena proposta dai suoi legali.
A cura di Francesco Loiacono
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È iniziato il processo d'appello per la vicenda della Fondazione Maugeri di Pavia, che vede tra gli imputati anche l'ex governatore della Lombardia Roberto Formigoni. L'ex Celeste in primo grado è stato condannato per corruzione a sei anni: secondo i giudici, avrebbe favorito la Maugeri e l'ospedale San Raffaele con delibere e fondi in cambio di benefit quantificati in oltre 6,6 milioni di euro. Utilità che gli sarebbero state procurate da Pierangelo Daccò e dall'ex assessore regionale lombardo Antonio Simone, che in primo grado erano stati condannati rispettivamente a nove anni e due mesi e a otto anni e otto mesi. I legali dei due imputati, Paolo Krogh e Giuseppe Lucibello, hanno chiesto il patteggiamento della pena per i loro assistiti, dopo aver raggiunto l'accordo con la procura. Un accordo che invece non è stato trovato dai legali di Formigoni, che pure avevano tentato la strada del patteggiamento (che dopo la riforma del ministro Andrea Orlando è possibile percorrere anche in secondo grado), ma avevano proposto per il loro assistito una pena, due anni, considerata troppo lieve dalla procura.

Per l'ex senatore di Ncd, dunque, la strada sarà quella del dibattimento. I giudici si dovranno invece esprimere sulle richieste degli avvocati di Daccò e Simone. Gli illeciti relativi alla Fondazione Maugeri, secondo quanto confermato dalla sentenza di primo grado, sarebbero andati avanti dal 1997 al 2011. Dalle casse dell'istituto di cura sarebbero usciti 61 milioni di euro di fondi neri, transitati poi su conti correnti e società dei due "intermediari" Daccò e Simone. Altri fondi neri per circa nove milioni di euro sarebbero usciti invece tra il 2005 e il 2006 dalle casse dell'ospedale San Raffaele, come accertato in un altro filone del processo che ha portato alla condanna in primo grado di Formigoni e altri imputati.

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