Processo ai genitori di Aurora, morta di stenti a 9 mesi: “Si è spenta come una fiammella”
La sua morte, avvenuta in una casa alla periferia di Milano nella notte tra il 26 e il 27 febbraio del 2015, a pochi mesi dall'inizio di Expo, fece scalpore. Parliamo di Aurora, bimba di appena nove mesi deceduta per denutrizione nella metropoli che si apprestava a educare il mondo sull'alimentazione. I suoi genitori, Marco Falchi e Olivia Beatrice Grazioli, sono imputati per maltrattamenti aggravati e rischiano fino a 24 anni di carcere. Nell'udienza odierna i medici legali e altri testimoni hanno ricostruito i motivi e le circostanze che hanno portato al decesso della piccola Aurora. E si tratta di racconti impietosi: "Biologicamente la bimba era in uno stato di sofferenza totale ed assoluta, ha perso peso per denutrizione fino a spegnersi come una fiammella", hanno affermato davanti ai giudici due medici legali, Gaetano Bulfamante e Giulio Giovanetti.
Altri particolari sono stati rivelati dagli altri testimoni ascoltati nel corso dell'udienza odierna. Molti dettagli di questa storia che sembra appartenere a un'altra epoca e ad altri luoghi, di sicuro distanti dalle luci dei grattacieli della metropoli lombarda, erano già stati rivelati: come la casa infestata da insetti e scarafaggi, che arrivavano fino al frigorifero, dove la piccola Aurora era costretta a vivere. Confinata in un lettino, sempre nella stessa posizione, tanto che sul suo corpo, nel corso dell'autopsia, sono stati riscontrati lo "schiacciamento di un lato del cranio" e i "piedi distorti". Dalle deposizioni rese nell'udienza è emerso anche che nella casa dove di via Filippo Severoli, in zona Primaticcio, dove Aurora abitava con i genitori c'era un forte odore di escrementi e che non c'era niente – né un seggiolone né un fasciatoio – che facesse pensare che lì dentro viveva una bimba di nove mesi.
I difensori dei genitori di Aurora provano a giocare la carta di una semi-infermità mentale: avrebbero chiesto ai giudici di acquisire delle documentazioni di presunti danni psichici patiti dal padre della bambina, Marco Falchi, alla nascita. Si tratta però di atti del 1975 che secondo l'accusa non sono pertinenti col processo in corso. Il pubblico ministero Cristian Barilli, nel corso di una precedente udienza, aveva anche rivelato un altro particolare: il fatto che il giorno prima della morte di Aurora i suoi genitori avessero acquistato un'auto da 9.500 euro. Elemento che proverebbe il fatto che l'indigenza non c'entri nulla in questa triste vicenda.