Processo a Fabrizio Corona, urla in aula dopo il rinvio della testimonianza di Luigi Favoloso

Ancora una volta Fabrizio Corona ha mostrato segni di nervosismo mentre si trovava in un'aula di un tribunale. È accaduto nell'udienza odierna del processo a suo carico per i 2,6 milioni di euro che gli inquirenti gli hanno sequestrato, parte nel controsoffitto dell'abitazione di Francesca Persi (coimputata) e parte in alcune cassette di sicurezza in Austria. Corona ha dato in escandescenze quando il presidente del collegio, Guido Salvini, ha deciso di rinviare ad altra data la testimonianza di Luigi Favoloso. Si tratta del fidanzato dell'ex moglie di Corona, Nina Moric. In un'altra udienza l'ex re dei paparazzi aveva accusato Favoloso di essere il responsabile della bomba carta esplosa lo scorso 15 agosto sotto la sua casa milanese in via De Cristoforis, episodio che ha poi portato all'attuale procedimento. Il fidanzato di Nina Moric aveva fin da subito respinto le accuse, preannunciando una querela nei confronti del fotografo. Oggi Favoloso era in aula: la sua deposizione è stata però rinviata. A quel punto Fabrizio Corona ha dato in escandescenze, urlando al giudice Salvini di volere giustizia.

Non è la prima volta che l'aula del tribunale milanese ospita le intemperanze di Corona. Era già accaduto in un'altra udienza, con il fotografo redarguito dal giudice dopo aver dato calci e pugni al termine della testimonianza di un poliziotto, che secondo l'ex re dei paparazzi avrebbe detto falsità.

Un teste: "Fabrizio mi confidò che aveva dato quasi 2 milioni a Persi"

Prima delle urla di Corona, arrivate alla fine dell'udienza, la giornata era scivolata in maniera piuttosto tranquilla. I giudici avevano ascoltato in particolare due dei 190 testimoni chiamati dai legali di Corona. Tra loro Rosario Toscano, amico di Fabrizio Corona fin dall'adolescenza e manager che lavora a Dublino per un'azienda che produce occhiali. Secondo Toscano ai primi di gennaio del 2013 Fabrizio gli aveva confidato di avere molti soldi guadagnati negli anni precedenti dei quali non sapeva cosa farsene: "Mi ha detto che aveva da parte una cifra superiore al milione di euro e inferiore ai due milioni. Mi disse che quei soldi li aveva dati a Francesca Persi – ha aggiunto – che lavorava con lui da 7 anni e che era diventato una persona di estrema fiducia".

Corona, da quanto ha raccontato in aula il suo amico, si è sfogato con lui durante una pausa di una partita a carte tra amici nell'appartamento di via De Cristoforis, mentre stavano fumando una sigaretta sul balcone: "Mi disse che aveva veramente paura di finire in carcere perché in quel periodo era in corso il processo di Torino", che vedeva al centro i cosiddetti "fotoricatti" all'ex calciatore della Juventus David Trezeguet. Toscano, una volta saputo dei soldi nascosti a casa della Persi, si è limitato a dire all'amico "che si trattava di una situazione assolutamente rischiosa, ma – ha aggiunto – non ero in grado di fornire alternative". "Fabrizio – ha concluso – non mi ha mai chiesto di portare soldi a Dublino o all'estero. Ero terrorizzato all'idea che lo facesse, perché avrei avuto difficoltà a dire di no. Non me lo ha mai chiesto – ha aggiunto – perché mi rispetta troppo o perché davvero questa situazione non gli dava nessun tipo di problema".

Prima di Toscano aveva parlato un 29enne napoletano che ha fatto da autista a Corona in occasione di sue apparizioni in locali e negozi come testimonial: "Nel mio quartiere, che è vicino a Scampia, tanti dei miei amici sono diventati criminali, ma io voglio dire qua che il signor Fabrizio Corona dà speranza a tante persone, a tanti giovani e ai piccoli imprenditori", ha detto il teste.