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Pontoglio, cancellati i cartelli sulle tradizioni cristiane: raccolta firme per rimuoverli

Ignoti hanno annerito con vernice spray i cartelli di ingresso al paese di Pontoglio, in provincia di Brescia, che sottolineavano le tradizioni occidentali e cristiane del paese e invitavano chi non volesse rispettarle ad andare via. Intanto è partita una raccolta firme per chiedere la rimozione delle scritte.
A cura di Francesco Loiacono
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Il cartello di ingresso a Pontoglio (Facebook)
Il cartello di ingresso a Pontoglio (Facebook)

Non appena affissi, all'ingresso del paese, non avevano mancato di suscitare accese polemiche. Parliamo dei cartelli sull'appartenenza alla "cultura occidentale" e alla "tradizione cristiana" che campeggiano in cinque diversi punti di accesso a Pontoglio, paese di neanche settemila abitanti del Bresciano. Il sindaco di centrodestra, Alessandro Seghezzi, assieme alla sua giunta aveva deciso di aggiungere al nome del paese una frase: "Pontoglio è un paese a cultura occidentale e di profonda tradizione cristiana. Chi non intende rispettare la cultura e le tradizioni locali è invitato ad andarsene". Affermazione che era stata letta da tanti come una sorta di "avvertimento" alle persone di fede islamica.

Due cartelli anneriti con vernice spray

Adesso due dei cinque cartelli sono stati modificati da ignoti, che hanno annerito con una vernice spray la frase incriminata, lasciando ben leggibile solo il nome del paese. Un atto vandalico, a prescindere dalla bontà o meno delle motivazioni che lo hanno provocato, che testimonia però il grado di spaccatura della cittadinanza sul provvedimento. Tanto che, oltre allo spray, è partita un'azione più civile per protestare contro la decisione di sindaco e giunta: una raccolta firme per eliminare dai cartelli di ingresso quei riferimenti alla tradizione cristiana e alla cultura occidentale (che potrebbero anche starci), ma soprattutto quell'invito a chi non intende rispettarle "ad andarsene", che suona come un'imposizione a chi non è di fede cristiana e non è nato in Occidente.

Il sindaco aveva detto: "Non siamo leghisti"

Il sindaco del paesino, subito dopo le polemiche per la sua decisione, ai microfoni di Fanpage si era giustificato dicendo che la decisione della scritta era nata dalla richiesta di "rispetto per la nostra storia". "Non siamo leghisti", aveva aggiunto. Ma quella frase, inserita in un contesto particolare per via dei recenti attacchi terroristici e dell'impressione – che proprio il terrorismo vuole alimentare – di un sempre più marcato scontro tra civiltà, sembra proprio voler sottolineare una discriminazione in base a motivi religiosi.

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