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Ponte crollato ad Annone Brianza, il perito della procura individua i presunti responsabili

Prosegue l’inchiesta sul crollo del cavalcavia sulla Milano-Lecco ad Annone Brianza, che causò la morte del 68enne Claudio Bertini. Una consulenza della procura ha individuato i presunti responsabili: le mancanze e gli errori sono suddivisi tra le province di Bergamo e Lecco, l’Anas e la ditta proprietaria del tir che, transitando sul ponte, fu l’ultima causa del crollo.
A cura di Francesco Loiacono
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Ad Annone Brianza, in provincia di Lecco, è ancora viva la memoria di quanto accaduto lo scorso 28 ottobre. E d'altronde non può essere altrimenti: il cavalcavia crollato sulla superstrada 36 Milano-Lecco non è ancora stato ricostruito, e chi percorre abitualmente la strada passa accanto a due sostegni tra cui si avverte, chiaramente, la mancanza di un ponte di collegamento. E di mancanze, ma di altra tipologia, parla anche la consulenza che la procura di Lecco ha affidato all'ingegnere Marco Di Prisco, docente di tecnica delle costruzioni al Politecnico di Milano, e che sarà consegnata ai giudici il 17 luglio.

Il "Corriere della sera" ne ha svelato alcuni contenuti, che evidenziano tutta la serie di errori, inadempienze e rimbalzi di responsabilità che hanno portato al grave incidente costato la vita al 68enne Claudio Bertini, di Civate, e che solo per miracolo non è diventato una strage: quattro, infatti, le persone uscite dal crollo solo con delle ferite.

Già la relazione stilata dalla commissione ministeriale istituita per indagare sull'episodio aveva evidenziato alcune circostanze che avevano portato al crollo: tra queste il fatto che il'opera fosse già datata al momento della sua costruzione e il conflitto di competenze tra Anas e Provincia di Lecco sulla gestione dell’infrastruttura. Adesso la consulenza del perito, disposta dal sostituto procuratore di Lecco Nicola Preteroti, individua altri presunti responsabili: la Provincia di Bergamo che avrebbe concesso il permesso di circolazione al trasporto eccezionale senza le opportune verifiche e l’azienda proprietaria del tir che non avrebbe attivato la scorta della Polizia stradale. Soggetti che si aggiungono a quelli già citati, Provincia di Lecco e Anas, che nella consulenza della procura ritornano con altre mancanze: l'ente lecchese non avrebbe apposto la segnaletica per limitare la portata massima del cavalcavia e l’Anas non l'avrebbe manutenuto a dovere. Entrambi, poi, non avrebbero bloccato il traffico ai primi segni di cedimento del cavalcavia, segnalati da un cantoniere.

Nell'inchiesta della procura di Lecco per omicidio e disastro colposo restano indagate tre persone: due ingegneri della Provincia di Lecco e il capo del centro manutenzioni Anas. Chissà però che, proprio dopo l'esame della consulenza del perito, non ci siano altri indagati.

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