Podestà revoca l’utilizzo della sala della Provincia per il convegno di estrema destra

Il presidente della Provincia di Milano, Guido Podestà, ha revocato l'utilizzo dell'auditorium per il convegno dei movimenti di estrema destra europei in programma sabato prossimo. Lo ha annunciato lo stesso presidente, spiegando che la revoca è arrivata dopo che il consigliere della Lega che aveva richiesto la sala, Ettore Fusco, ha smentito di voler partecipare all'incontro. "Il regolamento per l’uso delle sale della Provincia è molto chiaro e afferma che gli spazi e le sale devono essere concessi ai gruppi consiliari, gratuitamente, tre volte l’anno per l’organizzazione di convegni, congressi, incontri, riunioni, manifestazioni e cerimonie – ha spiegato Podestà -. Detto questo, poiché lo stesso consigliere mi ha informato che non solo non parteciperà come gruppo della Lega Nord a tale manifestazione, né ha mai pensato di parteciparvi in alcun modo, ritengo doveroso annullare tale richiesta e non concedere l’utilizzo della sala".
Le polemiche sulla decisione
La decisione di Podestà spegne le polemiche nate intorno al convegno “Europa, una grande libera”, organizzato da Roberto Fiore di Forza Nuova. All'incontro erano in programma interventi di esponenti dei principali gruppi di estrema destra europei: il greco Alba dorata, lo spagnolo Democracia nacional, lo svedese Svenkarnas parti, il partito nazionaldemocratico tedesco e il British national party. A scagliarsi contro il convegno, e contro la concessione di uno spazio istituzionale per il suo svolgimento era stato in particolare il sindaco di Milano, Giuliano Pisapia: “Ancora una volta la Milano dei diritti è lo scenario di una provocazione dell’estrema destra", aveva scritto il primo cittadino su Facebook, prendendosela poi con il Carroccio, colpevole di aver chiesto la sala alla Provincia. La Lega, però, si era già dissociata, spiegando che si trattava di una decisione personale presa dal consigliere Fusco, "che se ne sarebbe assunto le conseguenze". Poi sono arrivati i dietrofront di Fusco e della Provincia a smontare il caso.