Poche auto, Legambiente denuncia: “Pedemontana come Brebemi, autostrada flop”
Alcuni video girati dai volontari di Legambiente sembrano certificare il flop di un'altra autostrada lombarda, dopo la Brebemi: la Pedemontana. Opera tutt'altro che conclusa, ma il cui primo tratto – 15 chilometri da Lomazzo (in provincia di Como) a Cassano Magnago (in provincia di Varese) – è stato inaugurato un mese e mezzo fa. "Un sogno diventato realtà", aveva detto il governatore della Lombardia Roberto Maroni. Ma la realtà è che, in un normale giorno feriale, sull'autostrada transitano al massimo 18mila vetture, contro le 60mila previste a regime dalla società Pedemontana. Numeri che, quando verrà introdotto il pedaggio – ma avverrà solo dopo Expo, ha assicurato Maroni – potrebbero ridursi ulteriormente. La situazione della Pedemontana ricorda da vicino quello della Brebemi, il nastro d'asfalto che collega Brescia e Milano via Bergamo e che, dalla sua inaugurazione, non ha mancato di suscitare polemiche: per l'alto costo del pedaggio, per l'assenza di stazioni di servizio e di autovelox – poi ne è comparso uno – ma, soprattutto, per l'assenza delle auto. Nei primi sette mesi di apertura vi sono passate 11mila auto al giorno: ne erano state previste 80mila.
Legambiente: "Distrutti boschi secolari"
Il presidente di Legambiente Lombardia, Dario Di Simine, afferma: "I nostri dati confermano ciò che andiamo dicendo da anni. Con i soldi pubblici riversati nella gigantesca autostrada si sarebbe potuto realizzare integralmente l’infrastruttura di cui il territorio aveva bisogno: una viabilità ordinaria ed efficace, idonea a intercettare la domanda soprattutto di breve raggio, che oggi intasa i centri urbani e si imbottiglia nei nodi di traffico". Sotto accusa anche l'impatto ambientale dell'infrastruttura, che a detta degli ambientalisti avrebbe sconvolto l'idrologia della fascia prealpina e distrutto numerosi boschi secolari, come quelli della Moronera a Lomazzo e del Battù a Lentate sul Seveso. "È tempo di cambiare la modalità con cui si realizzano e si finanziano le infrastrutture di mobilità, con enormi e ingiustificati investimenti di capitali che rispondono a chiamate elettorali e a interessi corporativi delle lobby dei costruttori e dei concessionari, invece che ai bisogni di riorganizzazione degli spostamenti – dice Di Simine, che poi aggiunge -: Per Pedemontana siamo ancora in tempo a limitare il danno, rivedendo l’intero progetto nel segno di una drastica cura dimagrante".