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Percepivano il reddito di cittadinanza, ma erano morti da mesi: scoperti cinque casi a Treviglio

Nei registri comunali risultavano deceduti da mesi, ma continuavano a percepire il reddito di cittadinanza. Cinque nuovi casi di sospette truffe sono stati individuati a Treviglio, in provincia di Bergamo, dopo che nei giorni scorsi la guardia di finanza aveva scoperto dodici “furbetti” che cercavano di ottenere il sussidio senza averne diritto.
A cura di Simone Gorla
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Immagine di repertorio
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Nei registri comunali risultavano deceduti da mesi, ma continuavano a percepire il reddito di cittadinanza. Nuovi casi di sospette truffe per incassare il sussidio sono stati individuati a Treviglio, in provincia di Bergamo. La denuncia arriva a pochi giorni dai controlli della guardia di finanza nella Bergamasca, che avevano permesso di individuare dodici "furbetti".

Erano morti da mesi ma percepivano il reddito di cittadinanza

"Si tratta di tre persone che risultano decedute negli ultimi quattro mesi – ha rilevato il municipio – e di altre due che risultano non essere mai transitate nel territorio di Treviglio, ma residenti in altri comuni". A scoprire le incongruenze sono state le verifiche mirate del Comune di Treviglio, che ha segnalato i casi sospetti all'Inps. In città da luglio sono arrivate 276 richieste per reddito di cittadinanza.

Scoperti 12 furbetti: anche una donna che aveva finto la separazione dal marito

Mei giorni scorsi le Fiamme gialle bergamasche avevano individuato dodici "furbetti" del reddito di cittadinanza: sette cittadini di origine italiana e cinque stranieri residenti a Costa Volpino, Casazza, Sovere, Villongo, Carobbio degli Angeli, Castelli Calepio, Clusone e Castione della Presolana. Il caso più eclatante è quello di una signora che percepiva il sussidio mentre lavorava in nero, avendo anche simulato la separazione dal marito che aveva un reddito di oltre 120 mila euro.  Un uomo aveva invece "dimenticato" di dichiarare compensi percepiti superiori a 17mila euro, mentre un altro non aveva indicato nel proprio stato di famiglia alcuni componenti del nucleo. Tra i "furbetti" anche due donne che riscuotevano il beneficio pur essendo state, nel frattempo, assunte, mentre un altro riceveva la misura di sostegno nonostante fosse residente e lavorasse da mesi a Londra.

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