Per l’Inps erano ciechi, ma guidavano e usavano il cellulare: denunciati due 72enni

Una truffa all'Inps da 45mila euro è stata scoperta dalla guardia di finanza di Cremona. Due 72enni residenti in provincia, G.T. e F.T.M., che per la previdenza sociale erano ciechi parziali o addirittura totali, in realtà conducevano una vita assolutamente autonoma, andando in giro persino in scooter e sulle minicar per le vie della città. Adesso i due, un ex dipendente delle ferrovie e un geometra in pensione, sono stati denunciati alla procura della Repubblica di Cremona per truffa aggravata. Segnalati per falsità materiale in atto pubblico anche i cinque medici che, attraverso i loro certificati, hanno avallato le gravi invalidità, risultate poi false.
L'indagine è iniziata nel 2013
L'indagine delle fiamme gialle è iniziata nel 2013 con un controllo incrociato tra chi percepiva pensioni di invalidità e alcuni elenchi, tra cui gli iscritti all'Unione provinciale ciechi, le persone senza patente di guida e chi aveva delegato ad altri il ritiro della pensione. Dall'incrocio sono emerse incongruenze che hanno portato all'individuazione dei due falsi invalidi, che sono stati seguiti per mesi. I finanzieri hanno così scoperto che i due facevano cose impossibili per chi è nelle loro condizioni: G.T., cieco parziale, guidava senza occhiali scooter e minicar e leggeva tranquillamente, sempre senza occhiali, lo schermo del suo telefonino. In un'occasione i militari si sono persino presentati a casa sua e, con la scusa di cercare il figlio, si sono fatti dettare il suo numero di cellulare dal 72enne: cosa che l'uomo ha fatto davanti ai loro occhi con assoluta normalità e senza bisogno di inforcare delle lenti.
L'altro 72enne, F.T.M., pur risultando cieco totale andava invece in giro senza problemi per le strade del suo paese, usando il bastone bianco solo per appoggio: l'uomo, infatti, riconosceva e salutava a distanza i suoi amici e attraversava la strada senza esitazioni. I due erano riusciti a ottenere le loro pensioni – rispettivamente di 260 euro e 850 euro mensili – grazie a esami e certificati falsi redatti da alcuni medici, poi accettati senza ulteriori verifiche – ma con verbali che invece ne attestavano l'esecuzione – da altri dottori. Adesso la procura ha chiesto il recupero delle somme indebitamente percepite dai due, mentre le fiamme gialle hanno inoltrato all'Inps richiesta di immediato blocco dell'erogazione delle pensioni.