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Pavia, il vescovo agli studenti: “L’omosessualità è un disordine che non vi farà felici”

Duro attacco di Arcigay Pavia al vescovo della città lombarda monsignor Corrado Sanguineti, che nei giorni scorsi ha parlato di omosessualità in una scuola pubblica davanti agli studenti: “La tendenza omosessuale non è peccato, ma certamente è qualcosa di disordinato rispetto all’ordine della natura, non sarà quella la strada che ti farà felice”.
A cura di Francesco Loiacono
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Il vescovo di Pavia, monsignor Corrado Sanguineti
Il vescovo di Pavia, monsignor Corrado Sanguineti

"La tendenza omosessuale non è peccato, ma certamente è qualcosa di disordinato rispetto all'ordine della natura: non sarà quella la strada che ti farà felice". Questa una delle frasi che il vescovo di Pavia, monsignor Corrado Sanguineti, ha pronunciato lo scorso 7 marzo davanti agli studenti di una scuola pubblica, l'Ipsia "Cremona" di Pavia. È di oggi la condanna delle parole pronunciate dal vescovo da parte di Arcigay Pavia, che sulla propria pagina Facebook ha diffuso anche un audio del sindaco, evidentemente registrato da qualche studente che aveva assistito all'incontro: "Parole come pietre scagliate contro adolescenti da parte del massimo rappresentante della chiesa pavese – ha detto Barbara Bassani, presidente del circolo Arcigay di Pavia "Coming-Aut" – Il vescovo Sanguineti ha superato il limite della decenza. Non soltanto è entrato dentro una scuola pubblica per scagliare odio contro una minoranza, la minoranza Lgbti, ma l'ha fatto senza alcun contraddittorio, senza che ci fosse qualcuno che potesse proporre un altro messaggio, un messaggio di inclusione, di autodeterminazione, di amore. Come si può – ha aggiunto la Bassani – parlare davanti a cento adolescenti, senza aver cura del fatto che tra quei giovani ci possano essere persone Lgbti, ragazzi e ragazze che stanno vivendo anni cruciali, complessi, spesso dolorosi, per l'accettazione del proprio orientamento e l'amore per se stessi e per ciò che sono?".

La presenza di don Sanguineti all'interno della scuola pavese, per di più in orario scolastico (si trattava dunque di un'attività obbligatoria) sarebbe giustificata da un invito fattogli da Paola Chiesa, esponente di Fratelli d'Italia: "Avevo organizzato io all'Ipsia quell'incontro con gli studenti all'interno del Progetto ‘Legalità' – ha spiegato Chiesa, che fa parte dell'Assemblea nazionale di FdI – Rispetto il pensiero di tutti ma ospiterei il Vescovo ancora mille volte", ha aggiunto. Ma la polemica sulle parole di monsignor Sanguineti, vescovo di Pavia dal novembre 2015, è destinata a montare. In un'altra parte del suo intervento, sempre documentato da Arcigay, il vescovo racconta un episodio personale: "Ho un amico che dice di essere omosessuale e ha cominciato a convivere con un uomo. Io gli detto: guarda, io questa scelta tua non la condivido, non credo che ti farà felice". Un tema, quello dell'infelicità a cui sarebbe condannata una persona omosessuale, che il vescovo ha ribadito in un'altra parte del suo discorso, in cui ha parlato di come "omosessuali cristiani", con fatica, possono fare  "delle scelte che li rendono contenti" in sostanza reprimendo le proprie tendenze omosessuali: "Non violentiamo la realtà – ha concluso il vescovo – perché se la realtà la violenti crea sofferenza. Pensa a un bambino che nasce (per modo di dire) da una coppia omosessuale".

Arcigay: Solidarietà ai ragazzi costretti a sentire parole d'odio

"Voglio esprimere solidarietà ai ragazzi e alle ragazze dell'Ipsia “Cremona” costretti a sentire parole d'odio – ha detto la presidente dell'Arcigay – voglio dire che la nostra società sa essere inclusiva, aperta, plurale, sa dare spazio a ciascuno e sa accogliere tutti, senza imporre su nessuno un giudizio dall'alto. Siamo pronti a incontrare gli studenti per spiegare loro che l'omosessualità non è contro natura, non è un disordine ma è un orientamento umano al pari degli altri, e non, come dice il vescovo, una tendenza da correggere". Bassani ha poi invitato tutti gli studenti al prossimo Pavia Pride del 9 giugno: "Nella nostra piazza non parlerà una sola persona, ce ne saranno tante, ciascuna con la propria storia; nella nostra piazza non sentirete mai chiamare dei bambini “figli dell'eterologa” come ha fatto il vescovo dentro una scuola; per noi ogni bambino, tutti i ragazzi e le ragazze, tutti gli uomini e le donne, gay, etero, trans, bisessuali, intersessuali, hanno la stessa dignità, non possono essere utilizzati in modo strumentale".

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