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Pavia, due bambini affetti da sindrome di Kawasaki ricoverati al Policlinico San Matteo

Due bambini di 7 e 8 anni sono stati ricoverati nel reparto di Pediatria del Policlinico San Matteo di Pavia, diretto dal professor Gianluigi Marseglia. I due sarebbero affetti da malattia di Kawasaki, una sindrome che colpisce i vasi sanguigni dei bambini e di cui nelle ultime settimane si è molto discusso per un possibile legame con l’epidemia di Covid-19.
A cura di Francesco Loiacono
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Due bambini affetti da sindrome di Kawasaki sono stati ricoverati nel reparto di Pediatria del Policlinico San Matteo di Pavia, diretto dal professor Gianluigi Marseglia. Le condizioni dei due bimbi, di 7 e 8 anni, sarebbero sotto controllo. Entrambi, come riporta il quotidiano "Il Giorno" che ha riferito la notizia, sono stati sottoposti a tampone ma sono risultati negativi al coronavirus. Negli scorsi giorni proprio un possibile legame tra la malattia di Kawasaki e l'epidemia in corso di Covid-19 ha suscitato un ampio dibattito, alimentando anche molte preoccupazioni tra i genitori. La questione è attualmente dibattuta tra gli scienziati.

Cos'è la malattia di Kawasaki

La malattia di Kawasaki, nota anche come sindrome linfonodale muco-cutanea, è un'infezione rara che colpisce i vasi sanguigni dei bambini prevalentemente di età inferiore ai 5 anni, provocando uno stato infiammatorio e sintomi quali congiuntivite, lingua color fragola, labbra secche e febbre alta. Negli scorsi giorni uno studio dell'ospedale Papa Giovanni XXIII di Bergamo, pubblicato nella giornata di ieri sulla rivista scientifica Lancet, aveva ipotizzato un legame tra una sindrome simile alla malattia di Kawasaki e il Covid-19 dopo aver osservato negli ultimi mesi un'incidenza di sintomatologie riconducibili alla malattia molto più alta che in passato. Dopo aver approfondito gli studi è emerso però che quella riscontrata nei bimbi ricoverati al Papa Giovanni, come precisato nello studio pubblicato su Lancet, sarebbe una condizione simile alla malattia di Kawasaki, ma più grave: si tratterebbe dunque di una sindrome iper infiammatoria acuta diversa dalla Kawasaki.

"Le differenze sono importanti – ha detto il professor Alberto Villani, presidente della Società italiana di pediatria e membro del Comitato tecnico scientifico intervistato ieri dall'Huffington Post – nella ‘nuova sindrome', per esempio, non sarebbe stata rilevata la complicanza cardiaca data dalla dilatazione delle coronarie, bensì una miocardite (infiammazione del muscolo cardiaco, che può causare cali di pressione, shock, ecc)". La sindrome di Kawasaki è nota fin dal 1967, quando prese il nome dal medico giapponese che la scoprì, e se la diagnosi è precoce e si inizia presto la terapia si hanno buone probabilità di guarigione.

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