Pavia, 55enne denutrita e segregata in casa: arrestato 60enne

Teneva rinchiusa la propria convivente in condizioni disumane, e per questo è stato arrestato. È successo a Pavia. Protagonista Antonio Calandrini, 60 anni, e la sua compagna Laura Carla Lodola, 55 anni, da tempo segregata nell’abitazione di via Tasso 96, alla periferia Nord di Pavia, nel quartiere Città Giardino. Tutto ha inizio lunedì mattina, quando Calandrini, preso dal panico, decide di chiamare il centralino del 118 dopo che la donna aveva perso conoscenza. Arrivati sul posto, i volontari della Croce Rossa mai si sarebbero aspettati di trovarsi davanti a quella scena raccapricciante: la donna, che probabilmente non raggiungeva i venti chili di peso, era in fin di vita, ridotta a uno scheletro, coperta di piaghe da decubito e costretta a letto probabilmente da anni, con capelli lunghissimi ed incolti, in condizioni igieniche disastrose, sintomo della totale assenza di qualsivoglia tipo di assistenza medica e igienica. "Sembrava una piccola mummia rattrappita", ha raccontato un operatore sanitario, dopo averla caricata sull'ambulanza e trasportata al pronto soccorso dell’ospedale San Matteo, dove si trova tutt’ora ricoverata in gravi condizioni.

Una volta eseguiti i primi soccorsi, le forze dell’ordine hanno avviato le indagini, coordinate dal sostituto procuratore Ethel Ancona: sul posto sono intervenuti gli investigatori della squadra mobile e gli agenti della polizia scientifica, per capire come mai Laura Carla potesse trovarsi in quelle condizioni. Sentiti inquilini e conoscenti, i quali, pare, non sapessero nulla della situazione, si è proceduto con l’interrogatorio a Calandrini. Il 60enne ha cercato di difendersi in tutti i modi, sostenendo di non essere il responsabile dell'accaduto, ma la sua versione non ha convinto, e per tale ragione è stato arrestato, con l'accusa di aver ridotto la sua compagna in quelle condizioni.