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Parla Stefano Rho, il prof licenziato per una pipì: “Trattato come un pedofilo”

Stefano Rho, il professore di Bergamo licenziato per non aver riportato una vecchia condanna per una pipì in un cespuglio in un’autocertificazione, ha spiegato di sentirsi vittima di “una norma applicata in maniera insensata, che equipara la mia situazione a quella di un pedofilo”. Il docente ha presentato ricorso e confida nel suo accoglimento. I suoi studenti intanto hanno scritto a Mattarella.
A cura di Francesco Loiacono
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Il professore licenziato (Foto dal gruppo Facebook "Io sto con il prof. Stefano Rho")
Il professore licenziato (Foto dal gruppo Facebook "Io sto con il prof. Stefano Rho")

È stata inviata la lettera che gli studenti del professore Stefano Rho, il bergamasco licenziato per non aver riportato una vecchia condanna del giudice di pace in un'autocertificazione, hanno scritto al Capo dello Stato Sergio Mattarella. Chiedono di reintegrare il loro docente, punito oltre misura per un episodio davvero marginale: aver fatto pipì in un cespuglio 11 anni fa ed essersi dimenticato di riportarlo in una dichiarazione resa nel 2013.

Rho: "Norma applicata in maniera insensata"

Il docente bergamasco, 43 anni, in un'intervista rilasciata al quotidiano La Repubblica racconta il suo stato d'animo: "Il problema è a valle, si tratta di una norma che può avere un suo senso astrattamente ma in questo caso è applicata in maniera insensata, che equipara la situazione mia e di altre persone come me a quella di un pedofilo", spiega il docente di filosofia. Rho ha presentato ricorso al giudice del lavoro e confida che ci siano buoni margini per il suo accoglimento: "Il licenziamento nasce da un'interpretazione restrittiva di una norma già di per sé equivoca", spiega il docente, diventato di ruolo a novembre 2015 dopo una quindicina d'anni da precario e licenziato, ironia del destino, appena due mesi dopo. "Il problema è l'anello finale", ha spiegato Rho, riferendosi alla Ragioneria dello Stato che, contestando il suo istituto scolastico che lo aveva già sanzionato per la dimenticanza, ha denunciato la scuola alla Corte dei Conti, che ha poi stabilito il licenziamento del professore e di tutti i casi simili.

La fedina penale del professore è pulita

Il paradosso di tutti i casi come quelli di Rho, però, è il seguente: "Se non esistesse la possibilità di un'autocertificazione io porterei il certificato penale, che però è assolutamente pulito". La condanna inflitta 11 anni fa dal giudice di pace dopo la multa di un carabiniere, infatti, non è riportata sulla fedina penale del docente, assolutamente immacolata. Ciononostante, Stefano Rho, una moglie, tre figli e finora l'unico che lavorava in casa, adesso deve fare i conti con "una giustizia che perde la misura". La stessa contro cui hanno manifestato gli studenti del professore bergamasco davanti al tribunale di Bergamo: È stata la ricerca di un dialogo, non una manifestazione di protesta", dice di loro l'insegnante, quasi imbarazzato da tutto quello che è stato fatto per manifestargli solidarietà: oltre alle iniziative dei suoi studenti si contano anche gruppi su Facebook, petizioni online, una mozione al Consiglio provinciale di Bergamo e l'annuncio di un'interrogazione parlamentare che potrebbe presto essere presentata da un deputato bergamasco.

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