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Parco Trotter, in mostra la vita degli scolari nel ventennio fascista (FOTO)

Dall’11 al 17 maggio l’ex chiesetta del parco Trotter, a Milano, ospita la rassegna “A scuola con il Duce”. Nella mostra, a ingresso gratuito, saranno esposti i quaderni degli scolari, i libri scolastici, le fotografie e i manifesti dell’epoca. Inaugurazione lunedì 11 maggio con il presidente dell’Anpi di Milano, Roberto Cenati.
A cura di Francesco Loiacono
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Alcuni dei quaderni esposti (foto: Istituto di storia contemporanea Pier Amato Perretta)
Alcuni dei quaderni esposti (foto: Istituto di storia contemporanea Pier Amato Perretta)

Ci sono i quaderni degli scolari, i libri scolastici, le fotografie e i manifesti. Sono tutti i documenti esposti nella mostra "A scuola con il Duce", curata dall'Istituto di storia contemporanea Pier Amato Perretta di Como, che resterà aperta dall'11 al 17 maggio presso l’ex chiesetta del parco Trotter, a Milano. La rassegna, a ingresso gratuito, rientra nell'ambito delle iniziative "Milano si fa storia" promosse dal Comune di Milano e serve a ricostruire cosa fu la scuola italiana durante il ventennio fascista. L'inaugurazione è in programma lunedì 11 maggio alle ore 9.30, alla presenza dell'assessore all'Educazione Francesco Cappelli, della curatrice Elena D’Ambrosio e del presidente dell'Anpi di Milano, Roberto Cenati. Mercoledì 13 maggio, alle ore 18.30, si terrà invece l'incontro pubblico "I quaderni dei Balilla", con la lettura di alcuni temi e dettati di epoca fascista tratti da una raccolta di oltre 600 quaderni di scuola.

Dalla riforma Gentile alla fascistizzazione

L'esposizione è il risultato di un lungo e interessante lavoro di ricerca iniziato nel 1999 attraverso il recupero e l'analisi diretta dei testi scolastici e dei quaderni della scuola elementare del tempo, di cui l'Istituto di storia contemporanea Pier Amato Perretta possiede una vasta raccolta. La mostra comprende una trentina di pannelli, esposti per nuclei tematici, riproducenti per la maggior parte illustrazioni a colori, fotografie e testi ripresi dai manuali scolastici, dai quaderni degli scolari di allora che, insieme ad una serie di quadri riassuntivi, ripercorrono le tappe e i momenti più significativi della scuola di regime. Il punto di partenza di questo percorso è costituito dalla riforma scolastica varata nel 1923 dal filosofo idealista e ministro della Pubblica Istruzione, Giovanni Gentile, adottata dal fascismo, da poco salito al potere. La riforma fu salutata da Mussolini come "la più fascista delle riforme", ma il suo carattere fascista fu più apparente che reale. Tanto che, criticata più volte anche in ambito fascista, la riforma fu poi sottoposta a continui ritocchi e liquidata dalla "Carta della Scuola", il progetto di riforma del sistema scolastico presentato dal ministro Bottai al duce e al Gran Consiglio del fascismo nel gennaio del 1939, che rimase però una semplice indicazione programmatica.

"La matrice ideologica e politica della Riforma Gentile era decisamente prefascista, ispirata al vecchio liberalismo", scrive il Comune di Milano nella nota stampa che accompagna la presentazione della mostra. "Con l'instaurarsi della dittatura e la fine delle ultime parvenze democratiche iniziava ad attuarsi la progressiva fascistizzazione dello Stato, della società e della cultura". I successori di Gentile snaturarono la sua riforma facendo degli insegnanti importanti veicoli di propaganda del regime e della scuola il più efficace strumento per l'organizzazione del consenso di massa. La scuola elementare diventò così "il primo e più importante gradino di un lungo processo di irreggimentazione e indottrinamento il cui obiettivo primario era quello di costruire futuri soldati, uomini ciecamente pronti a ‘credere, obbedire e combattere'".

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