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Palazzo Marino: “Nessun appoggio del Comune agli sconti per Uber”

Lo precisa, martedì pomeriggio, l’ufficio stampa del Comune, dopo la concessione del patrocinio da parte dell’assessorato alla Cultura a una guida realizzata da Fai e Milano Card, tessera che prevede sconti per viaggiare con il servizio offerto da Uber.
A cura di Francesco Loiacono
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L'ufficio stampa del Comune di Milano ha diramato martedì pomeriggio una nota per escludere ogni tipo di appoggio dato da Palazzo Marino, nello specifico dall'assessorato alla Cultura guidato da Filippo Del Corno, alla multinazionale statunitense Uber. "L’assessorato alla Cultura ha patrocinato una guida realizzata da Fai e Milano Card per promuovere il sistema museale della città, collaborando alla sua diffusione nei luoghi della cultura civici. Questo è l'unico rapporto esistente tra Comune di Milano e Milano Card, in condivisione dell'obiettivo di promuovere la vita culturale della città. Nessun appoggio del Comune, quindi, agli sconti per Uber".

La polemica

La nota di Palazzo Marino è arrivata dopo una polemica scatenata da un trafiletto apparso su Repubblica, in cui vi era scritto che all'interno della Milano card, strumento rivolto a tutti i visitatori durante il prossimo Expo, tra i vantaggi erano inclusi anche due viaggi del valore di 15 euro ciascuno con il servizio di autonoleggio Uber. Milano Card, si legge su Repubblica, è "patrocinata da Regione e Provincia (con l'appoggio del Comune)".

Il Comune è così subito intervenuto per spazzare il campo da ogni tipo di equivoco: sostenere la multinazionale statunitense, proprietaria della app che permette di noleggiare una vettura con conducente – o, nella sua versione più economica, Uberpop, di improvvisarsi tassisti con la propria vettura – significherebbe alimentare una polemica mai sopita con i tassisti milanesi, che come i loro omologhi di ogni parte del globo considerano Uber come un competitor illegale che pratica un tipo di concorrenza sleale. La scorsa primavera a Milano i guidatori delle auto bianche inscenarono una protesta di cinque giorni che paralizzò il traffico della città: alla fine dei cinque giorni di protesta il ministro dei Trasporti Maurizio Lupi dichiarò il servizio Uberpop illegale.

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