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Ospedale Fiera Milano, parla un donatore: “Diteci come avete speso i soldi o restituiteli”

“Se ci rendessimo conto che i quattrini non sono stati utilizzati per fare bene le cose che ci avevano detto di voler fare, allora dovrebbero restituirli”. L’avvocato milanese Giuseppe La Scala, uno dei donatori che hanno contribuito a finanziare l’ospedale covid alla Fiera di Milano, intervistato da Fanpage.it chiede trasparenza e risposte su come sono stati spesi i soldi. “Se la struttura viene chiusa tra una settimana, l’impianto di riscaldamento e condizionamento che è costato qualche milione di euro che fine fa? Le sale operatorie in una struttura fieristica che fine fanno? È inconcepibile”.
A cura di Redazione Milano
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Ospedale Fiera Milano
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"C’è un rimedio estremo per un situazione del genere, che è la risoluzione della donazione e la restituzione del denaro. Se ci rendessimo conto che i quattrini non sono stati utilizzati per fare bene le cose che ci avevano detto di voler fare, allora dovrebbero restituirli". L'avvocato milanese Giuseppe La Scala, titolare di uno studio con venti soci, 200 avvocati e 150 dipendenti, è uno dei donatori che hanno contribuito agli oltre 21 milioni di euro raccolti per finanziare l'ospedale covid alla Fiera di Milano. Una struttura che potrebbe essere chiusa nei prossimi giorni, dopo aver ospitato poche decine di pazienti, mentre la Procura di Milano ha aperto un fascicolo dopo l'esposto di un sindacato. Intervistato da Fanpage.it, il legale spiega che adesso chi ha donato vuole risposte e chiarezza.

Come avete contribuito ai fondi per l'ospedale covid?

La donazione l’ha fatta il nostro studio legale. È chiaro che 10mila euro non sono una somma enorme per uno studio che ha una certa dimensione. Ma anche noi, come gli altri, abbiamo sopportato questo periodo di pandemia e ci tenevamo a non far mancare il nostro contributo.

Ha intenzione come avvocato di intraprendere azioni legali?

Io spero che non ce ne sia bisogno. La Fondazione Fiera mi ha telefonato, ha garantito la massima trasparenza, due giorni dopo ha mandato un comunicato con i primi dati promettendo per luglio trasparenza completa. Io spero che questo avvenga. Se così non fosse ci sono gli strumenti della giustizia amministrativa e civile per rimediare.

Cosa possono fare i donatori delusi per la poca trasparenza?

Quando si sollecitano contributi di questo tipo, si sollecita quella che noi avvocati definiamo una donazione modale, cioè una donazione che obbliga chi riceve i soldi a portare a termine quanto promesso. Se ciò non avviene, o le cose vengono fatte male, allora ne risponde. Se ci rendessimo conto che i quattrini non sono stati utilizzati per fare bene le cose che ci avevano detto di voler fare, allora dovrebbero restituirli.

Chiederete la restituzione del denaro?

Ci auguriamo che non ci sia nessun bisogno di questo. Ma siccome il latte è stato in gran parte versato, vogliamo sapere se è stato versato dove si doveva, perché ormai 17 milioni sono andati. Certo che se l’ospedale viene chiuso tra una settimana, l’impianto di riscaldamento e condizionamento che è costato qualche milione di euro che fine fa? Le sale operatorie in una struttura fieristica che fine fanno? È inconcepibile.

(intervista di Carla Falzone)

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