Omicidio Yara Gambirasio, a Massimo Bossetti una copia (con dedica) del libro di Raffaele Sollecito

Il prossimo 30 giugno inizierà il processo d'appello per Massimo Bossetti, condannato in primo grado all'ergastolo per l'omicidio della 13enne Yara Gambirasio (qui tutte le tappe della vicenda). A pochi giorni dalla prima udienza il nome di Bossetti si accosta a quello di Raffaele Sollecito, protagonista di un altro caso di cronaca che per anni è stato al centro dell'attenzione di mezzi d'informazione e opinione pubblica: l'omicidio di Meredith Kercher.
Sollecito, assolto definitivamente da tutte le accuse nel 2015 dopo aver trascorso in carcere quattro anni, ha infatti scritto recentemente un libro, "Un passo fuori dalla notte", che racconta la sua esperienza. Secondo quanto affermato dall'avvocato di Bossetti, Claudio Salvagni (e riportato dal "Corriere della sera"), Sollecito ha voluto scrivere una dedica al carpentiere di Mapello su una copia del suo libro destinata a lui. Sollecito e Salvagni si sono infatti incontrati lo scorso aprile a Todi ad un convegno. L'avvocato ha acquistato due copie del libro di Sollecito, una delle quali destinate proprio a Bossetti: "Abbiamo chiacchierato, gli ho detto per chi era la seconda copia, allora lui ha voluto scrivergli la dedica", ha affermato Salvagni. Il contenuto del messaggio, però, non è stato rivelato.
La speranza del legale è evidentemente che anche il carpentiere bergamasco possa essere assolto dai giudici della Corte d'assise d'appello di Brescia, davanti ai quali comparirà a fine giugno. Un processo in cui si preannunciano nuovi colpi di scena, e che sarà tutto incentrato sulle motivazioni che hanno spinto i giudici della Corte d'assise di Bergamo a condannare all'ergastolo, lo scorso primo luglio, Bossetti. Un ruolo centrale lo avrà ancora un volta il Dna, che aveva portato prima all'individuazione dell'ignoto 1 e poi all'identificazione di questo "ignoto" con Massimo Giuseppe Bossetti. Non si sa ancora se a sostenere l'accusa ci sarà il pubblico ministero Letizia Ruggeri, le cui richieste sono state quasi completamente accolte dai giudici in primo grado – a parte i sei mesi di isolamento diurno.