Omicidio Tiziana Pavani: chiesto l’ergastolo per l’uomo che la uccise e poi andò a giocare alle slot

Uccise con una bottiglia la 55enne Tiziana Pavani, sorprendendola mentre dormiva nella sua casa nel quartiere Baggio, a Milano. E subito dopo Luca Raimondo Marcarelli, 32enne con problemi di tossicodipendenza, prelevò del denaro dal conto corrente della vittima e andò a giocare alle slot machine. Adesso per il 32enne, reo confesso, il pubblico ministero di Milano Letizia Mannella ha chiesto la condanna all'ergastolo. L'accusa è di omicidio volontario premeditato e il 32enne, nel corso del processo con rito abbreviato che si celebra davanti al giudice per l'udienza preliminare Sofia Fioretta, è stato dichiarato capace di intendere e di volere al momento del delitto.
Tra la vittima e l'assassino c'era una relazione sentimentale occasionale
L'omicidio risale al 12 gennaio scorso. Luca Raimondo Marcarelli si trovava in casa di Tiziana Pavani, separata dal marito e segretaria in un asilo nido. Tra i due c'era una relazione sentimentale occasionale nata qualche anno prima su una chat di incontri. Durante la notte Marcarelli, come da lui stesso confessato, in preda a un raptus dovuto alla cocaina uccise con una bottiglia la 55enne, che stava dormendo nel suo letto. Poi uscì e, come documentato da alcune telecamere di sorveglianza, prelevò del denaro dal conto corrente della vittima, che utilizzò poi per andare a giocare alle slot. Poco prima di uscire il 32enne lasciò aperta la manopola del gas, nel tentativo di provocare un'esplosione che avrebbe coperto le tracce del delitto.
In aula l'omicida non ha mostrato segni di pentimento
Era stato proprio l'odore di gas ad allarmare una vicina di casa di Tiziana, che aveva chiamato le forze dell'ordine. Il cadavere della 55enne era stato trovato nel suo letto, in un lago di sangue. Fin dall'inizio si era ipotizzato che si trattasse di un omicidio e l'attenzione degli inquirenti si era concentrata sulla cerchia dei conoscenti della donna, che aveva aperto la porta al proprio assassino. In poco tempo la polizia era arrivata a Marcarelli, che lavorava saltuariamente in una cooperativa di pulizie e non aveva precedenti penali. L'uomo, messo sotto torchio, aveva confessato il delitto. Nel corso della requisitoria il 32enne non avrebbe mostrato segni di pentimento, e avrebbe anzi cercato di screditare la vittima, venendo per questo fermato dal giudice.