Omicidio-suicidio a Como, il dramma della famiglia Haitot: padre suicida, morte 3 figlie
Faycal Haitot aveva 49 anni, era di origine marocchina, ma viveva in Italia da tempo. Era un immigrato regolare sul territorio nazionale. La follia nella quale ha coinvolto i suoi figli, uccidendone tre (la quarta è in fin di vita) nell'incendio appiccato al suo appartamento e nel quale anch'egli ha trovato la morte c'entra più con la disperazione, con la miseria che con l'immigrazione in senso stretto.
Già, la miseria. Quella che deriva da un repentino colpo di sfortuna o da una tragedia che capita tra capo e collo ad una famiglia normale, senza molti mezzi economici, che è sul filo della sopravvivenza. È accaduto così a Haitot, alla moglie, ai quattro figli. La polizia che sta indagando sulle ragioni dell'incendio costato la vita a 4 persone racconta di un allontanamento della moglie e madre, presa in carico dai Servizi Sociali del Comune di Como a causa delle precarie condizioni psichiche e inserita in una struttura di recupero. Per questo motivo i bambini erano stati affidati, fin dal febbraio scorso, al padre. Che nel frattempo era rimasto senza lavoro.
I bambini non stavano andando a scuola: mancavano i soldi per libri, scuola, mensa; l'uomo non riusciva a sostenere le spese minime per la sopravvivenza. Ed è per questo che si sono incrementate le segnalazioni e i colloqui a cui il papà, forse mortificato per quello stato di indigenza, non si presentava ha spiegato il vicesindaco di Como Alessandra Locatelli. Il Comune pagava l'affitto dell'appartamento della fondazione Scalabrini all'interno della quale la famiglia abitava; alcuni vicini di casa li aiutavano, della situazione si era interessato anche il Tribunale per i minorenni "e puo' darsi – dicono i vicini – che lui abbia fiutato che a breve gli avrebbero tolto i bambini".