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Omicidio Jessica, il Comune di Milano pagherà il funerale della diciannovenne

La decisione di Palazzo Marino dopo che per nove giorni nessun familiari della giovane si è fatto avanti. La cerimonia sarà officiata da don Gino Rigoldi, il cappellano del carcere minorile milanese Cesare Beccaria che aveva accolto la ragazza.
A cura di Giuseppe Cozzolino
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La ragazza uccisa, Jessica Faoro (Facebook)
La ragazza uccisa, Jessica Faoro (Facebook)

Il funerale di Jessica Valentina Faoro sarà pagato dal Comune di Milano. Lo ha comunicato lo stesso Palazzo Marino: sarà poi don Gino Rigoldi ad occuparsi della celebrazione del rito per la diciannovenne, uccisa lo scorso 7 febbraio in via Brioschi da numerose coltellate, e per il cui omicidio è attualmente indagato il tranviere Alessandro Garlaschi, nel cui appartamento la giovane era ospite da qualche giorno.

Nove giorni dopo l'omicidio della giovane, nessuno dei familiari si sarebbe fatto avanti per pagare le spese del funerale della giovane. E dopo una prima offerta da parte di Don Gino Rigoldi stesso, il cappellano del carcere minorile milanese Cesare Beccaria che aveva accolto la ragazza, il Comune di Milano ha deciso invece di farsene carico interamente.

"Ringraziando tantissimo Don Gino, ancora una volta esemplare, ribadiamo quanto deciso. Saremo noi tutti, il Comune di Milano, a farci carico dei costi dei funerali", ha spiegato Pierfrancesco Majorino, assessore alle politiche sociali del comune di Milano in un post su Facebook, "e confermiamo la nostra volontà di costituzione del Comune come parte civile. La storia di Jessica non parla solo di un terrificante carnefice e di una giovane vita spezzata ma di tanti tentativi fatti per aiutarla che sono andati a vuoto. Tentativi su cui dobbiamo interrogarci".

Le esequie si terranno probabilmente in una chiesa vicino a piazza Tirana, al Giambellino, dove il prete dice messa. Intanto, proseguono le indagini degli inquirenti. Dai primi esiti dell'autopsia sul corpo della giovane, non ci sarebbe traccia di violenza sessuale. Si indaga però sulla notte tra il 31 gennaio ed il 1° febbraio scorso, quando la giovane aveva chiesto l'intervento dei militari dell'arma per recuperare i propri effetti personali dalla casa del trentanovenne che la ospitava. La diciannovenne aveva raccontato di voler lasciare l'appartamento perché quella sera l'uomo, mentre lei riposava, le avrebbe "accarezzato il braccio, spaventandola". Non è chiaro però per quale motivo la giovane fosse tornata a vivere nell'appartamento del tranviere nei giorni successivi.

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