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Omicidio Gianna Del Gaudio, i testimoni: “Un litigio durato 20 minuti, poi l’urlo di una donna”

Continua il processo sulla morte di Gianna Del Gaudio, la professoressa uccisa nell’agosto del 2016 a Seriate: in aula a Bergamo sono stati ascoltati diversi testimoni che quella notte hanno raccontato di aver udito le urla di un donna a seguito di un litigio. In particolare due amiche avrebbero descritto dettagliatamente i momenti antecedenti all’omicidio della donna.
A cura di Chiara Ammendola
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Gianna del Gaudio e il marito Antonio Tizzani
Gianna del Gaudio e il marito Antonio Tizzani

Un lungo litigio, durato almeno 20 minuti, poi un urlo disperato di una donna e infine il silenzio. Sono due ragazze a raccontare quanto udito nella notte tra il 26  e il 27 agosto del 2016 nei pressi della villetta di Seriate, lì dove è stata uccisa con una coltellata alla gola Gianna Del Gaudio. Le due amiche, entrambe 24enni, sono state ascoltate in aula durante una delle udienze del processo sull'omicidio dell'ex professoressa in corso in queste settimane: erano in auto quella sera d'estate, faceva caldo, troppo caldo, e i finestrini della Toyota Aygo erano abbassati mentre la vettura ferma in un parcheggio accompagna quella loro cena tarda a base di kebab. Le loro chiacchiere vengono interrotte proprio da quelle urla: "Qualcuno sta litigando", si chiedono le amiche ferme in quel parcheggio di via Lombardia. Mancano pochi minuti a mezzanotte e quel litigio va avanti per almeno venti minuti, alternando una voce maschile a una femminile: "I toni erano pesanti e la voce maschile era rabbiosa, roca, e si sentivano frasi minacciose". Poi un improvviso silenzio interrotto da un urlo improvviso di donna. Poi di nuovo silenzio.

L'unico imputato nel processo è il marito Antonio Tizzani

È un racconto lucido e dettagliato quello delle due amiche che sono state ascoltate in aula insieme con altri 15 testimoni, tutti perlopiù vicini di casa della coppia, che hanno fornito informazioni utili su quanto accaduto in quella notte d'estate del 2016. Sono passati più di tre anni e la verità sulla morte di Gianna Del Gaudio sembra essere vicina: l'unico imputato nel processo resta il marito, Antonio Tizzani. Fu lui a chiamare i soccorsi poco dopo aver scoperto il cadavere della moglie nella cucina della loro villetta. Per l'accusa è stato lui a colpirla al termine dell'ennesimo litigio: ma l'uomo si è sempre proclamato innocente e ha portato avanti negli anni la medesima tesi, ovvero quella di uno sconosciuto che intrufolatosi in casa avrebbe colpito la moglie prima di fuggire e scomparire nel buio della notte.

I vicini di casa hanno raccontato del litigio tra i due prima dell'omicidio

Ma secondo i testimoni quella notte prima della sua morte l'ex professoressa dovette affrontare un altro, ennesimo litigio col marito: le due ragazze hanno sottolineato di aver udito le minacce di un uomo, le sue urla rabbiose nei confronti della donna che invece piangeva e aveva una voce flebile. Quando le due amiche, spaventate, decidono di rivolgersi alle forze dell'ordine, trovano in un carabiniere incontrato poco dopo un valido aiuto: il militare le invita ad andare in caserma. Ed è qui che in realtà si trovano dinanzi a quella stessa voce udita poco prima: si tratta di Tizzani che è stato accompagnato dai carabinieri nella stessa caserma per essere ascoltato. Il corpo senza vita di Gianna è stato già trovato e ora sono partite le indagini per ricostruire l'accaduto. Chi ha ucciso la 63enne? I due litigavano spesso, lo hanno confermato anche i figli della coppia, ed era facile che i litigi passassero dalle parole ai fatti: l'ex ferroviere avrebbe infatti picchiato la moglie in più occasioni. Un uomo violento e prepotente. Ora bisognerà appurare se quella notte l'ira di Tizzani sia sfociata in un omicidio.

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