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Omicidio Gianna Del Gaudio, i testimoni in aula: “Il marito urlava ‘Me l’hai ammazzata’”

È in corso il processo sull’omicidio di Gianna Del Gaudio la professoressa di 63 anni uccisa con una coltellata alla gola nella notte tra il 26 e il 27 agosto del 2016 a Seriate in provincia di Bergamo: unico imputato il marito della donna Antonio Tizzani che avrebbe gridato dinanzi alla scoperta del corpo senza vita della moglie “Me l’hai ammazzata”.
A cura di Chiara Ammendola
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Gianna del Gaudio e il marito Antonio Tizzani
Gianna del Gaudio e il marito Antonio Tizzani

"Me l’hai ammazzata. Se non l'avessi lasciata dieci minuti da sola, sarei morto anche io", sono queste le parole che Antonio Tizzani avrebbe pronunciato quando i soccorritori sono giunti nella sua villetta di Seriate la notte tra il 26 e il 27 agosto 2016 dopo che la moglie era stata colpita alla gola con un coltello. L'uomo, ad oggi l'unico imputato nel processo sulla morte della donna, Gianna Del Gaudio, era in evidente stato di alterazione quella notte: la moglie era stata uccisa mezz'ora prima e a trovare il corpo in cucina era stato proprio lui.

La testimonianza dei medici e volontari del 118

Una testimonianza fornita dai soccorritori del 118 giunti quella notte in via Madonna dopo la chiamata proprio di Tizzani, ex capostazione di 71 anni di Seriate che è chiamato a rispondere dell'accusa di omicidio. Come riportato dall'EcodiBergamo, sono stati sette tra medici e volontari del 118, ascoltati questa mattina in aula durante una delle udienze del processo in corso. La prossima è fissata per il 22 gennaio quando saranno ascoltati i vicini di casa della coppia che ai carabinieri che per primi sono intervenuti nella villetta di Seriate quella notte hanno riferito di aver udito delle urla provenire proprio dall'abitazione poco prima della chiamata di Antonio Tizzani al 112.

La ricostruzione di quella notte

Era da poco trascorsa la mezzanotte quando qualcuno colpì Gianna Del Gaudio alla gola. La professoressa in pensione che all'epoca aveva 63 anni fu raggiunta alle spalle mentre si trovava nella cucina della sua villetta intenta a lavare dei piatti. Fu il marito a lanciare l'allarme chiedendo l'intervento del 112 e poi chiamando in aiuto il figlio Paolo che viveva poco distante. A tutti, dal primo momento, raccontò di aver visto un uomo incappucciato fuggire dall'abitazione. Il giorno dopo Tizzani venne iscritto nel registro degli indagati, mentre dopo circa due mesi il 6 ottobre 2016, in una siepe a circa 500 metri dalla casa dell'omicidio venne trovato un taglierino chiuso in un sacchetto di plastica. Sopra vi erano tracce di sangue di Gianna Del Gaudio, oltre a del Dna poi risultato compatibile con quello di Tizzani. Per il pm Laura Cocucci, quella era l’arma del delitto.

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