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Omicidio Del Gaudio: rinviato a giudizio il marito della professoressa sgozzata in casa a Seriate

È stato rinviato a giudizio Antonio Tizzani, il marito della professoressa in pensione Gianna Del Gaudio, sgozzata in casa la notte del 26 agosto 2016. L’uomo ha sempre negato ogni responsabilità in varie interviste, ma di fronte ai magistrati si è avvalso della facoltà di non rispondere. È accusato di omicidio e maltrattamenti ai danni della moglie. Il processo al via il prossimo 4 dicembre.
A cura di Simone Gorla
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Gianna del Gaudio e il marito Antonio Tizzani
Gianna del Gaudio e il marito Antonio Tizzani

Svolta sul caso di Gianna Del Gaudio. A quasi tre anni dalla morte della professoressa in pensione, sgozzata in casa a Seriate nella notte fra il 26 e 27 agosto 2016, il marito Antonio Tizzani è stato rinviato a giudizio e sarà quindi processato per omicidio. Lo ha deciso il giudice dell'udienza preliminare Lucia Graziosi che ha fissato la prima udienza del processo il 4 dicembre.

Omicidio Gianna Del Gaudio: il marito a processo anche per maltrattamenti

Le indagini sulla morte di Gianna Del Gaudio si sono protratte per anni tra colpi di scena, false piste e smentite. Il marito della donna è stato indagato fin dalle prime ore dopo il delitto, ma ha sempre negato ogni responsabilità in varie interviste sui giornali, ma si è avvalso della facoltà di non rispondere davanti agli inquirenti. All'epoca del delitto aveva raccontato di aver visto un uomo incappucciato allontanarsi dalla villetta, ma la sua storia non aveva convinto e soprattutto non vi era traccia dello sconosciuto nelle immagini delle telecamere di sorveglianza della zona. Tizzani è accusato di omicidio, ma anche di maltrattamenti ai danni della moglie che, secondo l'accusa, sarebbe stata percossa per gelosia fin dal 2007. I figli della coppia hanno confermato davanti agli inquirenti che Tizzani era violento con la donna da diversi anni.

Quando è stata uccisa Gianna Del Gaudio aveva 63 anni ed era in pensione da circa un anno. Fino al 2015 aveva insegnato all'Istituto Superiore Rubini di Romano di Lombardia, nel Bergamasco.  Gli inquirenti avevano preso in considerazione l'ipotesi della rapina finita male, anche se dai rilievi non erano emersi segni di effrazione nella villetta in cui marito e moglie vivevano. Le indagini del Ris di Parma avevano portato a identificare il reperto che potrebbe risultare decisivo. Un taglierino ritrovato in un cespuglio, considerato la possibile arma del delitto, su cui c'erano tracce del Dna di Tizzani.

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