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Svolta nell’omicidio di Gianna del Gaudio, trovato Dna del marito sull’arma del delitto

Gianna del Gaudio è stata sgozzata con un taglierino la notte del 16 agosto 2016 nella cucina dell’abitazione in cui viveva con il marito Tonino Tizzani a Seriate (Bergamo). A due mesi dall’omicidio l’arma del delitto è stata trovata a 400 metri dal luogo del delitto. Sul taglierino era presente un Dna corrispondente a quello di Tizzani.
A cura di Angela Marino
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Gianna del Gaudio e Antonio Tizzani
Gianna del Gaudio con il marito Antonio Tizzani

Sull'arma del delitto che ha sgozzato Gianna del Gaudio, ci sarebbero tracce del Dna di suo marito. È quanto emerso dai rilievi sul taglierino ritrovato in un cespuglio lo scorso 6 ottobre. L'ex capostazione di 68 anni è l'unico indagato per la morte dell'ex professoressa irpina sgozzata nella sua casa di Seriate (Bergamo) la notte del 26 agosto 2016. Gli inquirenti svolgeranno ulteriori accertamenti scientifici nei prossimi giorni per comprendere la tipologia della traccia genetica.  Non è ancora possibile determinare se si tratti di sangue o di una traccia di altra natura.  L'arma è stata rinvenuta all'interno di un sacchetto delle mozzarelle contenente anche un paio di guanti e il sangue della vittima e trovato a 400 metri dal luogo del delitto. Il Tizzani,

Il giallo di Seriate

Gianna del Gaudio è stata sgozzata con un taglierino la notte del 16 agosto nella cucina della abitazione in cui viveva con il marito Tonino Tizzani, che la notte del delitto si trovava in casa con la moglie. L'uomo che avrebbe dato l'allarme dopo aver ritrovato il corpo della moglie in una pozza di sangue, ha riferito agli inquirenti di aver visto l'assassino della 63enne chino su di lei alcuni istanti, prima che questi si desse alla fuga. Secondo tale versione, l'uomo sarebbe stato intento a riparare un ombrellone all'esterno mentre in casa andava in scena il delitto. Sopraggiungendo in casa avrebbe sorpreso l'omicida mentre frugava nella borsetta della moglie, dalla quale però non manca nulla. Solo una collana, quella che Gianna indossava tutti i giorni, manca all'appello  degli effetti personali della vittima. L'aggressore – secondo la testimonianza del Tizzani – aveva il volto travisato da un cappuccio. L'ex ferroviere non è riuscito a fornirne una descrizione del volto e dell'aspetto del misterioso uomo incappucciato. L'ora della morte è collocata dai medici legali dopo la mezzanotte.

La gelosia per l'ex collega

Sin dalle prime ore dopo il delitto i sospetti si sono concentrati subito sul marito, indagato a piede libero come atto dovuto. Chi conosceva i coniugi Tizzani li descrive come una coppia affiatata. Tuttavia pare che la professoressa fosse stata vista in più occasioni coperta da lividi e fratture. A scatenare la rabbia di Tizzani nell'ultimo periodo, in particolare, sembra che fosse la presenza di un ex collega nella vita della professoressa. Italo, questo il nome del professore, sarebbe stato la causa di alcuni litigi avvenuti tra la 63enne e il marito, che intanto si è trasferito a casa del figlio Paolo, distante 30 metri dalla villetta dove è avvenuto il delitto, ora sotto sequestro.

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