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Omicidio a Legnano, uccide il padre a coltellate e confessa: “Mi diceva trovati un lavoro”

Avrebbe ucciso il padre a coltellate perché gli diceva sempre che doveva trovarsi un lavoro Marco Campanella, il 36enne di Legnano, ritenuto responsabile di omicidio volontario aggravato. L’uomo, nonostante la sua età voleva studiare, è ciò che ha raccontato durante l’interrogatorio davanti al pm.
A cura di Alessia Rabbai
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Il luogo dove è avvenuto il delitto (foto: Sempione News)
Il luogo dove è avvenuto il delitto (foto: Sempione News)

"Mi diceva sempre di trovarmi un lavoro, ma io volevo studiare". Sono le parole riportate da Il Corriere della Sera di Marco Campanella, il 36enne arrestato per omicidio volontario aggravato, ritenuto responsabile di aver ucciso a coltellate il padre a Legnano, in provincia di Milano. Ciò è emerso durante l'interrogatorio davanti al pubblico ministero. Marco, era diplomato al Conservatorio, si era da poco laureato in Lingue alla triennale e aveva manifestato l’intenzione di iscriversi a Scienze politiche per studiare Rapporti internazionali. Progetti di vita di un uomo visti mal volentieri dal padre, che desiderava per il figlio un avvenire diverso, basato su qualcosa di concreto, che si cercasse un lavoro e si costruisse una famiglia come i suoi coetanei. Ma Marco che, secondo quanto appreso, non aveva molti amici né vita sociale, non avrebbe preso bene le continue pressioni del padre che insistevano nel convincerlo di smettere di studiare e di ‘rimboccarsi le maniche' per cercare un lavoro con il quale si potesse mantenere.

Uccide il padre a coltellate

Per questo motivo l'uomo, infastidito dei discorsi del padre, lo ha ucciso, prendendolo a coltellate nell'abitazione dove viveva con i genitori in via Sante Giovannelli. La vittima è Michele Campanella, 71enne ex maresciallo della Guardia di Finanza. I fatti risalgono alla mattina di ieri, lunedì 1 luglio, quando il 36enne e il padre stavano discutendo, l'ennesima di una serie di liti che da tempo avevano logorato il rapporto tra padre e figlio. L'uomo è andato su tutte le furie e ha rincorso il padre per casa armato di due lame, un coltello da cucina e uno con la lama più grande, per tagliare la carne. Gli ha inferto almeno dieci colpi, poi, lo ha lasciato riverso al suolo. A dare l'allarme è stato un operaio, che ha assistito alla scena mentre stava lavorando. Sul posto sono intervenuti i carabinieri della compagnia di Legnano e gli agenti del commissariato. I vigili del fuoco hanno immediatamente staccato il metano, per impedire un eventuale gesto suicidario da parte dell'uomo e scongiurare che il dramma provocasse ulteriori ripercussioni. Raggiunto dalle forze dell'ordine, l'uomo non ha opposto resistenza all'arresto.

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