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Omicidio a Chinatown, dipendente vessato uccide la principale: riconosciute le attenuanti

È stato condannato a 15 anni di carcere il cittadino cinese di 28 anni che, nel dicembre del 2017, uccise la sua principale a coltellate in un minimarket della Chinatown milanese. L’accusa aveva chiesto 30 anni di reclusione con l’aggravante dei “futili motivi”, che il gup che ha emesso la sentenza con rito abbreviato non ha invece voluto riconoscere.
A cura di Valerio Renzi
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È stato condannato a 15 anni di carcere il cittadino cinese di 28 anni, ritenuto responsabile dell'omicidio di Yu Suicha, la connazionale di 41 anni uccisa a coltellate il il 14 dicembre del 2017, all'interno di un minimarket di via Messina, nel cuore della Chinatown di Milano. Il ragazzo, arrivato in Italia da circa un anno e irregolare al momento dell'arresto, si è consegnato ai carabinieri dopo tre giorni di fuga. Agli inquirenti aveva subito raccontata di aver agito in preda alla rabbia, dopo l'ennesimo rimprovero della donna titolare dell'Asia Mini Market dove lavorava. Così ha afferrato un coltello da macellaio e l'ha colpita più volte, lasciandola senza vita nel negozio.

Il giovane ha scelto con i suoi legali il rito abbreviato, e il gup Marco del Vecchio lo ha condannato a 15 anni di carcere, non riconoscendo così le aggravanti e applicando lo sconto di un terzo della pena come previsto dal tipo di procedimento. Il pm Giovanna Cavalleri, titolare dell'accusa, aveva contestato al reo confesso dell'omicidio l'aggravante dei futili motivi, chiedendo una condanna a 30 anni di reclusione.

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