Oltre due tonnellate di cocaina bruciate nell’inceneritore di Brescia: valevano 673 milioni di euro

Chissà se chi ha visto il fumo uscire dalla ciminiera del termoutilizzatore di Brescia ieri mattina ha pensato che quelli che stavano andando in fumo erano quasi 700 milioni di euro. Cioè quanto avrebbe fruttato al dettaglio la sostanza bruciata nell'inceneritore: oltre due tonnellate di cocaina. Il rifiuto speciale era stato sequestrato nell'ambito di una vasta operazione antidroga condotta dalla guardia di finanza di Genova. Le fiamme gialle avevano scovato a bordo di una nave 2.103 chilogrammi dello stupefacente, partito dalla Colombia e destinato ad arrivare in Spagna, a Barcellona. Nella sosta nel porto di Genova sono entrati in azione i finanzieri, guidati dal tenente colonnello Mario Leone Piccinni: le fiamme gialle hanno sostituito la cocaina con del sale e hanno fatto ripartire il carico fino alla destinazione finale, dove sono riusciti ad arrestare i destinatari della droga.
La cocaina ha viaggiato da Genova e Brescia, scortata da 40 finanzieri
Dopo la sostituzione del carico si è però aperto un problema: e cioè capire dove potersi disfare dell'ingente quantitativo di cocaina sequestrata. Per via del peso, come soluzione si è scelto il termoutilizzatore di Brescia. La struttura, gestita dalla multiutility A2a (che serve anche Milano e provincia), è in grado di trattare oltre 500mila tonnellate di rifiuti. Secondo quanto riferisce la testata locale "Bresciaoggi", ieri tra le tante tonnellate di rifiuti bruciati sono finite anche le oltre due tonnellate di cocaina. La droga è stata scortata da Genova e Brescia da 40 finanzieri, assistiti anche da un elicottero. Un dispositivo di sicurezza giustificato dall'elevato valore del carico. L'operazione è perfettamente riuscita: la polvere bianca è finita nell'inceneritore, mandando in fumo le speranze di guadagno illecito da parte dei trafficanti e salvaguardando la salute di tutti coloro che avrebbero potuto acquistarla.