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“O sei cristiano o sei di Salvini”: a processo a Como il prete denunciato dal leader della Lega

È iniziato a Como il processo nei confronti di don Alberto Vigorelli, sacerdote di 81 anni querelato da Matteo Salvini per diffamazione per aver detto durante una predica: “O sei cristiano, o sei di Salvini”. Il parroco della parrocchia di Santo Stefano di Mariano Comense ha affermato: “Non l’ho offeso, non capisco perché voglia le mie scuse”. L’udienza è stata aggiornata al 14 maggio.
A cura di Redazione Milano
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Don Aberto Vigorelli (Foto da Espansione Tv)
Don Aberto Vigorelli (Foto da Espansione Tv)

È iniziato ieri davanti al giudice di pace di Como il processo nei confronti di don Alberto Vigorelli, sacerdote di 81 anni querelato da Matteo Salvini per diffamazione. Il leader della Lega ed ex ministro dell'Interno non avrebbe gradito una frase pronunciata dal sacerdote al termine di una predica durante una messa del 6 novembre 2016 nella parrocchia di Santo Stefano di Mariano Comense. Il sacerdote, secondo quanto riporta il quotidiano "Il Giorno", aveva letto un famoso passaggio del Vangelo secondo Matteo che recita: "Ho avuto fame e mi avete dato da mangiare, ho avuto sete e mi avete dato da bere, ero straniero e mi avete accolto". Al termine avrebbe aggiunto la frase incriminata: "O sei cristiano o sei di Salvini". Ad assistere alla funzione c'era qualche appartenente alla Lega che aveva riferito la frase ai vertici locali del partito: da lì l'affermazione era giunta allo stesso Salvini che aveva deciso di querelare in prima persona (e non poteva fare altrimenti, perché per il reato di diffamazione si procede solo in seguito a querela) il sacerdote.

Il sacerdote: Non ho offeso Salvini

Il sostituto procuratore di Como Massimo Astori aveva chiesto l'archiviazione per il prete, sostenendo che non vi fossero i presupposti della diffamazione, ma il leader della Lega si è opposto e il giudice di pace ha disposto l'imputazione coatta per il sacerdote. Il processo si è aperto ieri, martedì 18 febbraio, ma è stato già aggiornato al prossimo 14 maggio perché le parti non avrebbero trovato un accordo. In aula era presente don Alberto, sostenuto fuori dal tribunale da un capannello di fedeli e sostenitori. All'uscita dal palazzo di giustizia don Alberto ha spiegato di non aver offeso Salvini e di non capire perché il leader della Lega voglia le sue scuse. Una tesi ribadita dal suo avvocato Oreste Dominioni al "Giorno": "Ha predicato il Vangelo, un’azione per la quale non può scusarsi".

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