Nuovo esposto al prefetto di Milano: ma la moschea abusiva di via Cavalcanti resiste
Mentre il bando per la costruzione dei nuovi luoghi di culto del Comune di Milano si è definitivamente arenato, la comunità islamica del capoluogo lombardo continua ad "arrangiarsi" ritrovandosi in luoghi di preghiera non ufficiali. Come il magazzino in via Cavalcanti 8, a Greco, dove da due anni i fedeli musulmani si ritrovano due piani sottoterra ufficialmente per partecipare alle attività dell'associazione culturale che ha rilevato gli spazi, ma in realtà per pregare in una vera e propria moschea abusiva.
Nel magazzino adibito a moschea abusiva si radunano centinaia di fedeli
Lo dimostra il fatto che il centinaio di presenze che si registra ogni giorno raggiunge picchi di oltre 300 persone il venerdì. Per denunciare la situazione della moschea abusiva di via Cavalcanti, ieri l'assessore regionale alla Sicurezza Simona Bordonali ha compiuto un sopralluogo nell'area. A rendicontare il sopralluogo è stato il quotidiano Il Corriere della sera. La Bordonali ha presentato un esposto al prefetto di Milano Alessandro Marangoni. Va ad aggiungersi alla lunga lista di atti contro la moschea abusiva: due diffide di Palazzo Marino e una denuncia in procura presentata dai residenti dell'immobile.
Tutto inutile, a quanto pare, dal momento che nulla ha impedito alla Bangladesh Cultural & Welfare Association, associazione che fa parte del Caim, di realizzare anche delle opere edilizie per "sistemare" il luogo di preghiera: come la creazione di servizi igienici e altre modifiche. Nonostante ciò, la Asl non ha mai effettuato sopralluoghi in via Cavalcanti, dettaglio che ha suscitato lo stupore dell'assessore lombardo alla Sicurezza.
La moschea abusiva di via Cavalcanti potrebbe essere un'importante pedina di scambio in vista di una futura assegnazione di un'area regolare all'associazione del Bangladesh. Alla stessa, difatti, prima che il bando di Palazzo Marino subisse un brusco stop, era stata assegnata l'area degli ex bagni pubblici di via Esterle, vicino via Padova. Per la verità era stato il Tar a riassegnare l'area all'associazione, dal momento che il Comune l'aveva esclusa proprio per via del contenzioso aperto su via Cavalcanti. Chissà se, in cambio di una moschea regolare, l'associazione sarebbe disposta ad abbandonare il magazzino vicino alla stazione Centrale. O se, invece, la moschea abusiva di via Cavalcanti continuerebbe ad esistere lo stesso. Esattamente come ha fatto finora, nonostante tutti gli esposti e le denunce.