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Niente sconto di pena per Renato Vallanzasca: la Cassazione conferma l’ergastolo

La Cassazione ha rigettato il ricorso presentato da Renato Vallanzasca per chiedere la revoca dell’ergastolo. L’ex bandito della mala milanese, soprannominato il “bel Renè”, aveva chiesto uno sconto di pena: 30 anni al posto del carcere a vita.
A cura di Francesco Loiacono
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Renato Vallanzasca
Renato Vallanzasca

La Cassazione ha rigettato il ricorso presentato da Renato Vallanzasca per chiedere la revoca dell'ergastolo. L'ex bandito della mala milanese, soprannominato il "bel Renè", aveva chiesto uno sconto di pena – 30 anni al posto del carcere a vita – anche sulla base di una sentenza della Corte europea di Strasburgo, che si era pronunciata in tal senso nei confronti di alcuni condannati all'ergastolo che si erano fatti giudicare col rito abbreviato.

Vallanzasca, che è stato condannato a quattro ergastoli e 296 anni di carcere per reati compiuti tra gli anni Settanta e Ottanta, quando era a capo della cosiddetta "banda della Comasina", aveva anche presentato ricorso contro la presunta illegittimità costituzionale della pena dell'ergastolo. I giudici della Suprema corte hanno però respinto entrambi i ricorsi, giudicando in particolare infondata in maniera manifesta la questione di costituzionalità sollevata.

Dal giugno 2014 Vallanzasca è tornato in carcere "a tempo pieno": fino ad allora l'ex bandito aveva infatti usufruito della semilibertà, uscendo durante il giorno dal penitenziario per andare a lavorare presso un negozio di elettronica e videogiochi. A giugno 2014, però, il beneficio è stato revocato dopo che Vallanzasca è stato arrestato per furto in un supermercato: è stato accusato di aver rubato un paio di mutande, del concime e un paio di cesoie. Per questo furto si è allungata la lista delle sue condanne: in appello nel 2015 i giudici gli hanno comminato altri 10 mesi di reclusione.

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