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Nerviano, imprenditore chiese di essere ucciso: la moglie e il suo amante finiscono a processo

Da omicidio volontario a omicidio del consenziente: cambiano i termini dell’accusa nei confronti della moglie di Maurizio Capizzi, imprenditore trovato senza vita davanti al cimitero di Nerviano a fine dicembre 2016. Dopo che si era pensato inizialmente a un suicidio, si è scoperto che si è trattato di omicidio: ma la stessa vittima, sfiancata da una lunga malattia, aveva chiesto di essere uccisa. A processo assieme alla moglie dell’imprenditore è finito anche l’amante della donna.
A cura di Luca Giovannoni
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(Cimitero di Nerviano)
(Cimitero di Nerviano)

Una svolta inaspettata sul caso della morte di Maurizio Capizzi, l'imprenditore trovato senza vita davanti al cimitero di Nerviano il 31 dicembre 2016. La moglie del defunto e il suo presunto amante, già indagati a partire dal 2017 con l’accusa di omicidio volontario, andranno ora a processo per omicidio del consenziente. La vittima, infatti, stando anche a quanto scritto da lui stesso in un biglietto, aveva chiesto di essere ucciso, dopo aver provato invano a suicidarsi. Proprio i diversi tentativi di togliersi la vita da parte dell'imprenditore avevano spinto all'inizio gli inquirenti verso l'ipotesi di un suicidio, poi rivelatasi infondata a causa del foro di proiettile scoperto sul cadavere di Capizzi, all'altezza del petto, durante l'autopsia.

Cambiano i termini dell'accusa

Il pubblico ministero Bianca Maria Baj Macario ha stravolto i termini dell'accusa per cui dovranno presentarsi davanti ai giudici i due imputati: da omicidio volontario in concorso a omicidio del consenziente. Un nuovo tassello di una vicenda giudiziaria che dall'inizio delle indagini a oggi ha conosciuto diverse fasi. Nel 2017, le operazioni dei carabinieri coordinate dai pm Alberto Nobili e Roberta Colangelo avevano anche ricostruito una possibile relazione sentimentale tra i due indagati. Le forze dell'ordine avevano anche eseguito gli ordini di perquisizione nelle abitazioni dei due, trovando 305 grammi di cocaina a casa dell'uomo e una pistola di piccolo calibro nell'appartamento della donna. In seguito agli accertamenti però è stato stabilito che l'arma rinvenuta non è quella da cui è partito il proiettile, che non è mai stata trovata. I due presunti amanti si trovano al momento in stato di libertà, dopo l'arresto dell'uomo, finito in manette per aver commesso il reato di stalking proprio nei confronti della moglie dell'imprenditore.

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