‘Ndrangheta, il boss Papalia scrive: “Basta parlare di me”. No del sindaco di Buccinasco
Rocco Papalia, considerato negli anni Novanta uno dei più importanti boss della ‘ndrangheta in Lombardia e ritornato nella "sua" Buccinasco dopo 25 anni di carcere, ha chiesto che non si parli più di lui. Lo ha fatto attraverso una lettera che nei giorni scorsi i suoi legali hanno inviato a Rino Pruiti, sindaco della cittadina milanese ribattezzata la "Platì del nord" per via dell'alta penetrazione della criminalità organizzata calabrese nel proprio territorio.
Papalia è ritornato a Buccinasco a maggio dopo 25 anni
Papalia è tornato a Buccinasco lo scorso maggio, dopo aver finito di scontare la propria pena nel carcere di Secondigliano. Diversi i reati per cui il 67enne era stato condannato: dal traffico di droga ai sequestri di persona e all'omicidio. Papalia, che ha scontato la sua pena ma per tre anni sarà sorvegliato speciale (per il tribunale è infatti ancora "socialmente pericoloso"), ha fatto appello a "quella pace sociale da tutti doverosamente inseguita", chiedendo di essere considerato un normale cittadino e sostenendo di avere diritto "al rispetto di quella sfera di intangibilità che ci rende un Paese, auspicabilmente, civile".
Nei mesi scorsi aveva suscitato molte polemiche la partecipazione del boss al battesimo di una sua parente: la presenza davanti alla chiesa di Buccinasco di diverse telecamere, tra cui quelle di Fanpage.it, aveva infastidito Papalia e altre persone presenti, alcune delle quali avevano utilizzato toni minacciosi all'indirizzo dei giornalisti. Nella lettera dei legali del 67enne si fa riferimento anche a quelle che sono considerate "intemperanze dei mezzi di comunicazione" e si chiede al sindaco di condividere l'auspicio che sulla figuri del 67enne cali una sorta di oblìo.
Il sindaco: Buccinasco non starà in silenzio
Dal sindaco di Buccinasco è arrivato però un secco rifiuto alla richiesta di Papalia: "La risposta deve essere chiara e non può che essere una: no. Buccinasco non starà in silenzio, Buccinasco non potrà mai considerare Rocco Papalia come un cittadino uguale agli altri, perché lui non lo è. Abbiamo chiesto a Papalia di chiedere scusa – ha scritto il sindaco in un comunicato apparso sul sito del Comune – un pentimento per le sue azioni". Il primo cittadino ha poi citato il giudice Paolo Borsellino, ricordandone un insegnamento: "Invitava i giovani a parlare di mafia, parlarne alla radio, in televisione, sui giornali, parlarne". Anche per questo Pruiti ha annunciato che l'amministrazione comunale moltiplicherà le iniziative pro-legalità, "soprattutto nella villa confiscata di via Nearco, accanto a dove vive lui".