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‘Ndrangheta, confiscato dalla Dia un ristorante a Lissone: “Titolare vicino alle cosche”

Un ristorante di Lissone (Monza e Brianza), è stato confiscato dalla Direzione investigativa antimafia di Milano. Il titolare, un 51enne residente in Brianza, è ritenuto vicino alle cosche di ‘ndrangheta Piromalli-Bellocco. Il suo locale sarebbe servito per agevolare le cosche nello spaccio di droga. Confiscati al 51enne anche appartamenti e beni per circa due milioni di euro.
A cura di Francesco Loiacono
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(Immagine di repertorio)
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Un ristorante di Lissone (in provincia di Monza e Brianza), di proprietà di un pregiudicato 51enne, è stato confiscato dalla Direzione investigativa antimafia di Milano, in esecuzione di un provvedimento emesso dal tribunale di Monza. Il titolare del locale, residente in Brianza e con alle spalle una condanna definitiva per ricettazione, sostituzione di denaro proveniente da rapina, detenzione illegale di armi e truffa, è infatti ritenuto dagli inquirenti vicino alle cosche di ‘ndrangheta Piromalli-Bellocco.

Secondo quanto emerso dalle indagini, partite nel 2014, il locale "Mr Cicciò" sarebbe stato utilizzato dal 51enne per aiutare le cosche nello spaccio di droga. Il ristorante era già stato sequestrato preventivamente nell'aprile 2016, dopo che nell'inchiesta era emerso come vi fosse una netta sproporzione tra i crediti dichiarati e gli investimenti effettuati. Nel corso del dibattimento, poi, il sequestro preventivo è stato trasformato in confisca. Oltre al ristorante, sono state confiscate al 51enne anche sei proprietà immobiliari, conti correnti, polizze assicurative e quadri d'autore, per un valore complessivo di poco meno di due milioni di euro. Un patrimonio ingente di cui il 51enne non è riuscito a spiegare l'origine e la storia agli inquirenti. L'uomo è ritenuto organico alle cosche ‘ndranghetiste, anche per via della storia della sua famiglia: il fratello e il padre sono infatti entrambi stati uccisi per strada, a 15 anni di distanza l'uno dall'altro, in agguati di stampo mafioso.

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