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‘Ndrangheta a Milano: un’intercettazione fa risolvere un omicidio di 38 anni fa (VIDEO)

Per gli uomini dell’Arma fu Rocco Papalia, storico boss della ‘ndrangheta in Lombardia, a uccidere a Milano, il il 9 ottobre 1976, il nomade Giuseppe De Rosa. Notificata al boss, che sta scontando una condanna nel carcere napoletano di Secondigliano, una misura cautelare. Decisiva un’intercettazione.
A cura di Francesco Loiacono
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Fu uno dei primi delitti di ‘ndrangheta a Milano. Il 9 ottobre 1976, Gaetano De Rosa veniva ucciso nei pressi di una discoteca di Porta Romana. Un delitto irrisolto per decenni, che adesso ha però un presunto colpevole: è Rocco Papalia, storico boss della ‘ndrangheta e capo della cosca all'epoca nota come "clan dei calabresi". Papalia, 64 anni, sta attualmente scontando una condanna per associazione di tipo mafioso, sequestro di persona a scopo di estorsione, traffico internazionale di sostanze stupefacenti nel carcere napoletano di Secondigliano. È lì che è stato raggiunto da una misura cautelare detentiva per l'omicidio del '76. Le responsabilità di Papalia, tra i promotori della stagione dei sequestri di persona in Lombardia a partire dalla fine degli anni ’70, sono emerse durante l'indagine Platino, coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Milano, che aveva portato a numerosi arresti nel gennaio del 2013.

De Rosa ammazzato per uno sgarro

Le investigazioni, condotte esclusivamente dall’Arma e prive di alcun contributo testimoniale, hanno consentito di ricostruire la dinamica del delitto di 38 anni fa, anche grazie ad alcune intercettazioni che riguardano l’attuale presenza sul territorio di Milano di un'organizzazione mafiosa operativa ed autonoma, capeggiata, in nome e per conto proprio dei tre fratelli Papalia, da Agostino Catanzariti, personaggio di spicco della ‘ndrangheta al nord e da poco condannato in primo grado a 14 anni per associazione mafiosa nell'inchiesta sui legami tra ‘ndrangheta e security di alcune note discoteche milanesi. Proprio Catanzariti, in un'intercettazione-chiave, ha fatto il nome di Rocco Papalia come autore dell'omicidio, avvenuto per uno sgarro che riguardava alcune donne e compiuto per affermare la potenza intimidatrice del "clan dei calabresi", all'epoca in guerra con quello degli "zingari". È stato proprio passando accanto a un campo rom che Catanzariti si è "abbandonato ai ricordi", parlando con un altro passeggero dell'omicidio avvenuto in passato, ignorando che tutto quello che diceva veniva registrato dai carabinieri.

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