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‘Ndrangheta a Milano: arrestato in Bulgaria il trafficante di droga delle cosche

Zdravko Ivanov, 39 anni, è stato arrestato in Bulgaria nell’ambito dell’operazione “Rinnovamento”, con la quale i carabinieri, coordinati dalla Dda, hanno colpito alcune cosche di ‘ndrangheta attive a Milano e nell’hinterland. Eseguiti finora 60 arresti: all’appello manca ancora una persona.
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A cura di Francesco Loiacono
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Un altro arresto nell'ambito dell'operazione "Rinnovamento" con la quale, la scorsa settimana, i carabinieri hanno colpito il gruppo ‘ndranghetista dei Branca, diretta diramazione delle cosche Libri-De Stefano-Tegano, originarie di Reggio Calabria. A finire in manette è stato Zdravko Ivanov, bulgaro di 39 anni, considerato il punto di riferimento delle cosche per il traffico di stupefacenti. Ivanov, noto come “il francese” o “Pascal”, è stato bloccato in Bulgaria, Paese dal quale importava droga per conto della ‘ndrangheta. Era lui, secondo gli inquirenti, a gestire l'importazione, la detenzione e lo spaccio di alcune centinaia di chilogrammi di cocaina, marijuana e hashish, operando in Italia come terminale di un canale illecito di approvvigionamento ben collaudato, che vedeva l'hinterland milanese quale fortino delle cosche.

Finora eseguiti 60 arresti

Il provvedimento delle autorità bulgare segue l’internazionalizzazione delle ricerche, attivata presso il Servizio di cooperazione internazionale di polizia dell’Interpol dai Carabinieri del Nucleo investigativo di Milano. Il trafficante è ora in attesa dell’estradizione in Italia. Con la sua cattura salgono a 60, in tutto, gli arresti nell'ambito dell'indagine coordinata dalla Direzione distrettuale antimafia. All'appello manca ancora una persona, considerata il capo di Ivanov e come lui, presumibilmente, fuggito in Bulgaria.

Le indagini dei carabinieri, comandati dal tenente colonnello Alessio Carparelli, si sono concentrate finora sul narcotraffico e soprattutto sui legami tra ‘ndrangheta e imprenditori. In manette, la scorsa settimana, era infatti finito anche un carabiniere, accusato di aver preparato false informative su un'azienda attiva nel catering all'interno dello stadio Meazza, con l'obiettivo di favorire l'ingresso di un altro imprenditore "amico". Ma gli accertamenti degli inquirenti proseguono anche per chiarire possibili infiltrazioni della cosca all'interno degli appalti per i servizi di catering e di ristorazione dell'Expo.

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