‘Ndrangheta a Milano, arrestati un chirurgo plastico del Niguarda e un imprenditore

Due insospettabili professionisti sono finiti in manette nell'ambito di un'operazione antimafia condotta dalla squadra mobile di Milano con il coordinamento della Direzione distrettuale antimafia del capoluogo lombardo. Ad essere arrestati, con l'accusa di associazione mafiosa, sono stati un chirurgo plastico di 42 anni e un imprenditore 40enne, titolare di una ditta di autodemolizioni con sede a Desio, in provincia di Monza e Brianza. Secondo gli inquirenti, i due arrestati farebbero parte proprio della "locale" di ‘ndrangheta della cittadina brianzola.
I due riscuotevano crediti per gli altri affiliati alla ‘ndrina
Le lunghe indagini condotte dagli inquirenti hanno fatto emergere che i due professionisti provvedevano al sostentamento di altri affiliati alla ‘ndrina al momento in carcere, riscuotendo per conto loro crediti maturati con l'attività criminale. Il medico finito in manette, secondo quanto emerso dall'indagine, sfruttava la propria professione per prestare assistenza agli altri affiliati e informarli. Le ordinanze di custodia cautelare per i due arrestati sono state firmate dal giudice per le indagini preliminari del tribunale di Milano.
Chi sono i due arrestati
Il chirurgo plastico finito in manette, A.S., è un dirigente dell'ospedale milanese di Niguarda. Parente di una famiglia malavitosa coinvolta nell'operazione Infinito, oltre ad agire come informatore e consigliere della "locale" di ‘ndrangheta di Desio, che secondo gli inquirenti fa riferimento alla famiglia Iamonte-Moscato di Melito Porto Salvo (Reggio Calabria), si sarebbe anche occupato in alcuni casi specifici degli affari della cosca, utilizzando in qualche circostanza tipici metodi mafiosi per la riscossione dei crediti. L'altro arrestato, I.M., avrebbe invece svolto un fondamentale compito di intermediazione tra la ‘ndrangheta e Cosa Nostra per la risoluzione di alcuni contrasti. Entrambi gli arrestati parlavano in codice utilizzando termini delle rispettive professioni: il chirurgo usava termini come "ricette o referti medici", mentre il titolare della ditta di autodemolizioni parlava di "gomme o ricambi" per non destare sospetti. Precauzioni che però si sono rivelate inutili.