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Movida violenta a Milano, padre e figlio aggrediscono il titolare di una discoteca e i carabinieri

Un padre e figlio incensurati di 42 e 20 anni sono stati arrestati dai carabinieri a Milano, nella zona di corso Como. La scorsa notte i due, completamente ubriachi, si sono spacciati per un senatore e per un deputato per entrare in una discoteca di via de Tocqueville. Dinanzi al rifiuto da parte dei buttafuori i due hanno dato in escandescenze, scagliandosi contro gli addetti alla sicurezza e poi aggredendo il titolare del locale. Neanche all’arrivo dei carabinieri padre e figlio si sono calmati: hanno trascorso la notte in caserma.
A cura di Francesco Loiacono
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Prima si sono spacciati per un senatore e un deputato per entrare in una discoteca della zona di corso Como, a Milano. Poi, di fronte al rifiuto da parte dei buttafuori, un padre e un figlio completamente ubriachi si sono scagliati contro gli addetti alla sicurezza del locale. Non contenti hanno aggredito il titolare della discoteca e non si sono calmati neanche quando sul posto sono intervenuti i carabinieri. Costerà cara la nottata di eccessi a un 42enne e al figlio di 20 anni, entrambi incensurati. La scorsa notte i due, dopo aver abusato di alcol, si sono recati davanti a una discoteca in via De Tocqueville, famosa strada della movida milanese nella zona di corso Como, con l'obiettivo di proseguire la nottata all'interno del locale.

Padre e figlio sono stati arrestati e hanno trascorso la notte in caserma

Padre e figlio si sono spacciati per politici ma la loro evidente ubriachezza ha spinto i buttafuori del locale a respingerli. A quel punto è però scoppiato il caos. Uno dei due ha colpito con una testata il titolare del locale "Vibe room club". All'arrivo dei carabinieri i due hanno continuato a dare in escandescenze, prima insultando i militari dell'Arma e poi danneggiando la pattuglia che li ha portati in caserma. Entrambi sono stati arrestati e hanno passato la notte nelle camere di sicurezza della caserma, dove hanno smaltito la sbornia. Adesso però dovranno rispondere davanti a un giudice di una lunga serie di accuse: millantato credito e vilipendio della nazione, resistenza a pubblico ufficiale e danneggiamento aggravato.

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