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Motta Visconti, ergastolo per Carlo Lissi: uccise la moglie e i due figli

Carlo Lissi, l’uomo che la notte del 14 giugno uccise la moglie e i suoi due figli nella villetta di Motta Visconti (Milano), è stato condannato all’ergastolo.
A cura di Francesco Loiacono
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Carlo Lissi, il 34enne di Motta Visconti autore del triplice omicidio della moglie Maria Cristina Omes e dei suoi figli, è stato condannato all'ergastolo. La sentenza è arrivata al termine del processo che vedeva l'uomo, reo confesso, imputato con rito abbreviato davanti al giudice per l'udienza preliminare di Pavia. Il rito speciale, che normalmente prevede in caso di condanna lo sconto di un terzo della pena, in questo caso salverà Lissi dall'isolamento. La condanna è conforme a quanto chiesto dal pubblico ministero Giovanni Benelli e dall’avvocato della madre della donna uccisa, che ha chiesto anche una provvisionale da 500 mila euro.

Il triplice delitto nel giugno 2014

Carlo Lissi uccise la moglie con un coltello da cucina perché, a suo dire, sentiva che la donna ostacolava la relazione con una sua collega di lavoro dalla quale non era ricambiato. Secondo il racconto fatto dall'uomo agli inquirenti, Lissi ebbe un momento d'intimità con la moglie sul divano della loro villetta di Motta Visconti, in provincia di Milano. Poi, dopo averle detto di essersi innamorato di un'altra donna e aver avuto una breve lite, andò in cucina e prese la lama con cui iniziò a colpire la donna, che ebbe solo il tempo di chiedere invano al marito il motivo del suo gesto e di gridare aiuto, come testimoniò una vicina. Poi Lissi salì al piano superiore della villetta e uccise i figli Giulia di 5 anni e Gabriele di 20 mesi. Dopo il triplice delitto mise a soqquadro la casa per inscenare una rapina: poi si vestì andando a vedere in un pub una partita dei Mondiali dell'Italia per crearsi un alibi.

La notte stessa del triplice omicidio, dopo essere stato messo sotto torchio dai carabinieri, Lissi crollò confessando il triplice delitto e il suo assurdo movente, sostenendo di non aver avuto il coraggio di ammazzarsi.

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